08 Dec, 2022 - 02:46

Scioperi in Iran: negozi e imprese chiuse per protesta

Scioperi in Iran: negozi e imprese chiuse per protesta

Terzo giorno di scioperi in Iran. La situazione non sembra essere cambiata rispetto a pochi giorni fa. E' dal 4 dicembre 2022, che molti negozianti e imprenditori hanno abbassato le loro saracinesche in segno di protesta.

Scioperi in Iran. La protesta continua

Un chiaro segnale quello che vogliono lanciare i cittadini iraniani: basta alle morti ingiustificate come quella della giovane curda Mahsa Amini uccisa mentre era sotto la custodia della polizia morale e basta alle repressioni nelle manifestazioni.

La magistratura iraniana ha reagito, sin da subito, a tale 'offesa' sigillando imprese e negozi. Stessa storia la Polizia, che ha continuato ad eseguire arresti tra coloro che decidevano di scendere in piazza a protestare.

Il sindaco di Teheran Alireza Zakani ha accusato gli studenti dell'Università Sharif di essere dei 'traditori' della patria, essendosi uniti alla protesta.

Dagli arresti alle intossicazioni, il web racconta il lato oscuro delle proteste

Secondo quanto emerge dal mondo del web, gli studenti di diverse Università iraniane e di molte facoltà a Teheran hanno organizzato manifestazioni in concomitanza con la Giornata dello studente. Molte fotografie ritraggono istanti di attacchi da parte delle forze di sicurezza e "un certo numero di loro insanguinati", come riporta Bbc Persia. In base a quanto riporta il canale Student Trade Union Council, all'Università di Teheran, diversi studenti sono stati attaccati, un ragazzo "rapito dalle forze di sicurezza" mentre altri tre dell'Università Khwaja Nasiruddin Tusi sarebbero stati arrestati.

Secondo gli ultimi report, sarebbero circa 586 gli studenti arrestati dall’inizio delle proteste. Questi dati però sembrano non scoraggiare le centinaia di ragazzi che si sono riversati per strada al grido di "Gli studenti non vivranno mai nell'infamia!" e "Gli studenti sono consapevoli e detestano la tirannia!".

Non solo arresti, minacce via sms, rapimenti e attacchi. Secondo il The Jerusalem Post, il sindacato studentesco avrebbe anche fatto sapere tramite il proprio canale Telegram che alcuni studenti (che avrebbero dovuto partecipare alle proteste in questi giorni) sono stati avvelenati. Essi, infatti, sarebbero rimasti vittime di un’intossicazione alimentare.

Presidente Iran, Ebrahim Raisi: "La distruzione è diversa dalla protesta"

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"Non c'è nessun problema nel protestare. La protesta è diversa dalla rivolta. Rende la perfezione in qualsiasi dispositivo. Porta alla riforma, ma il disturbo e la distruzione sono diversi dalla protesta. La critica causerà problemi se viene criticata", ha così sottolineato il presidente dell'Iran Ebrahim Raisi durante la sua visita all'università di Teheran per il Giorno dello studente. 

Intanto, Badri Hossein Khamenei, sorella della Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei, ha pubblicato una lettera in cui si augura "presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere". Nella lettera pubblicata sull'account twitter di suo figlio e rilanciata da alcuni media, Badri Khamenei ha criticato le posizioni del fratello affermando che "il regime della Repubblica islamica non ha portato altro che sofferenza e oppressione per l'Iran e gli iraniani. Il popolo dell'Iran merita libertà e prosperità e la loro insurrezione è legittima e necessaria per ottenere i loro diritti".

Anche la figlia di Badri Khamenei, Farideh, aveva sostenuto le proteste in corso e per questo motivo è stata arrestata e si trova tuttora nel carcere di Evin a Teheran, mentre suo padre, il predicatore Ali Moradkhani Tehrani, è recentemente morto agli arresti domiciliari, situazione in cui si trovava per avere espresso critiche contro la Repubblica islamica.

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Debora Carletti
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