La notizia rimbalza nella tarda serata di martedì e non può che scalare sulle prime pagine dei quotidiani online e cartacei: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta volando in direzione Stati Uniti dove dovrebbe essere ricevuto da Joe Biden.
Si tratta della prima volta che il leader ucraino esce dai confini nazionali fisicamente per recarsi a un bilaterale dal 24 febbraio scorso, ossia da quando la Russia invase il suo Paese. Solo ieri si era recato nel villaggio di Bakhmut, in Donbass, una delle roccaforti della regione di Donetsk, nel quale ha raccolto una bandiera ucraina promettendo che l'avrebbe consegnata a Joe Biden. Ora anche questo gesto assume un senso ben preciso.
Chiaramente siamo di fronte anche a un evento eccezionale dal punto di vista geopolitico, dal momento che l'Ucraina è sempre stata filosovietica o neutrale nella ripartizione dei blocchi. Su ciò che accadrà oggi tra i due leader è calato il silenzio assoluto per ragioni di sicurezza, il programma diffuso alla stampa dalla Casa Bianca è stato volutamente interrotto per le prossime 24 ore.
Tornando a quanto detto sopra, Zelensky atterra dunque sul suolo americano per fare il passo definitivo verso l'atlantismo e firmare forse anche fisicamente l'alleanza con gli Stati Uniti. Tra i due Paesi si è infatti instaurato sin da subito un legame che ha permesso a Kiev di ricevere aiuti immediati in un momento nel quale Mosca ha cercato di creare lo strappo decisivo per la sua operazione speciale militare.
A tal proposito, non è chiaro se saranno firmati altri d'accordi d'intesa su pacchetti di aiuti in vista dell'inverno, con la macchina della solidarietà europea che si è messa in moto. Vero è che Washington ha già finanziato un alleato come mai prima d'ora. Il presidente ucraino incontrerà i leader del Congresso per ringraziarli dell'incredibile supporto che è stato mostrato, tuttavia potrebbe non essere sufficiente e spingersi oltre. Ci sarà certamente un discorso, il primo dal vivo, al Congresso alla presenza dei rappresentanti di Camera e Senato.
Tra le poche persone a conoscenza dei piani presidenziali c'era la Speaker della Camera, Nancy Pelosi, la quale ha fatto recapitare a tutti i membri della Camera una lettera-invito per chiedere loro la presenza in persona alla seduta di stasera, in cui si sarebbe parlato di democrazia. Grande sorpresa e sgomento sia a Washington che a Kiev per la notizia: in America molti consiglieri e funzionari hanno dovuto fare retromarcia e ritornare nella capitale; in Europa non è ancora chiaro se qualcuno fosse a conoscenza della decisione di Zelensky.
Primissime indiscrezioni da parte dei tabloid che hanno lanciato per primi la notizia, parlano di una nuova tranche di aiuti umanitari dal valore di 1,8 miliardi di dollari, mentre sotto il profilo militare (sempre compresi in quella cifra) l'Ucraina dovrebbe ricevere i missili Patriot e le bombe di precisione per gli aerei. Un'altra ipotesi che trapela alla vigilia del viaggio di Zelensky riguarda la risoluzione che condanna la Russia come "stato aggressore" e che dovrebbe essere votata dal Congresso proprio nelle prossime ore.