27 Dec, 2022 - 16:39

Giappone, governo chiede ad Apple un risarcimento da 92 milioni di euro: il motivo

Giappone, governo chiede ad Apple un risarcimento da 92 milioni di euro: il motivo

13 miliardi di yen, circa 92 milioni di euro, di tasse aggiuntive: questa la cifra che le autorità del Giappone hanno chiesto ad Apple per aver esentato erroneamente dall'imposta sui consumi i turisti stranieri che hanno acquistato iPhone e altri hardware della Mela.

Non è la prima volta che si parla della tassazione dei dispositivi Apple in Giappone: lo scorso giugno l'azienda di Cupertino aveva interrotto la sua politica tax free in tutto il Paese, vista la spropositata mole di acquirenti stranieri che approfittavano dei prezzi vantaggiosi per fare man bassa di prodotti e aggirare le tasse. Secondo il quotidiano Asia Nikkei, sarebbe stata scoperta almeno una transazione in un negozio Apple da parte di qualcuno che ha acquistato centinaia di telefoni contemporaneamente a scopo di rivendita, violando le leggi del Giappone.

Le regole dello shopping esentasse nel Paese del Sol Levante, infatti, consentono ai visitatori che soggiornano per meno di sei mesi di acquistare merce senza pagare l'imposta sui consumi del 10%. Questo, però, a patto che i beni acquistati siano souvenir o articoli di uso quotidiano e non acquistati a scopo di rivendita.

Apple, in Giappone 26 miliardi di dollari di vendite nel 2022

Un giro d'affari, quello di Apple in Giappone, che solo nell'anno fiscale 2022 ha totalizzato vendite per 26 miliardi di dollari, circa 24,5 miliardi di euro, secondo l'ultimo rapporto dell'azienda californiana. Lo stesso Tim Cook, amministratore delegato del produttore di iPhone, aveva visitato il Giappone solo all'inizio di dicembre, sottolineando come la società abbia investito più di 100 miliardi di dollari negli ultimi cinque anni nella sua catena di fornitura in Giappone.

Apple, nel frattempo, si trova in queste settimane a far fronte ad una notevole carenza degli iPhone, che proseguirà anche nel 2023. La maggior parte dei "melafonini" prodotti dall'azienda di Cupertino, circa il 90% del totale, proviene dagli stabilimenti cinesi: il riacutizzarsi della pandemia in Cina ha comportato un calo di circa l'8% nelle vendite soltanto durante il periodo natalizio.

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Giuseppe Spagnuolo
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