Un nuovo caso di violenza sessuale sulle prime pagine italiane, l'ultimo episodio testimoniato avviene all'interno della cooperativa La Primula di Verona: un'associazione di volontari che prestavano soccorso e assistenza a persone affette da autismo. O almeno questo è quello che alcuni di loro credevano.
I fatti risalirebbero al 2018, anno in cui la cooperativa (convenzionata con l'Usl 9 di Verona) chiuse i battenti. Vittima una donna di circa 20 anni, invalida al 100%.
A quattro anni di distanza emerge la scioccante verità sul rapporto tra volontari e ospiti di una comunità-alloggio per persone affette da autismo: all'interno della struttura sarebbe infatti stata consumata una violenza sessuale nei confronti di una giovane ragazza, costretta con la forza a riassettare alcune stanze completamente nuda e filmata da un operatore sociosanitario che prestava servizio presso la clinica.
La storia sarebbe rimasta insabbiata fino al momento in cui un ex-fidanzata dell'aggressore non ha deciso di "vendicarsi" denunciando l'accaduto: pare infatti che la donna conservasse in una chiavetta Usb (forse sottratta di nascosto all'aguzzino) il video in questione dove si attesta la violenza sessuale. Senza sapere quali file fossero contenuti nella pen drive, la donna si è dunque imbattuta nel filmato e ha immediatamente presentato denuncia ai Carabinieri.
L'uomo è stato in seguito posto agli arresti dopo che nel frattempo aveva trovato un nuovo impiego all'interno di una Rsa del territorio scaligero. Davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere, su indicazione dei propri legali. La posizione del 39enne sarebbe poi aggravata da altri contenuti espliciti scambiati ad amici e conoscenti, tutti facenti parte dell'archivio di file che compongono il materiale della Usb. La vittima è stata ascoltata nell'estate 2022, quando aveva deciso di avanzare la denuncia formalmente, affermando di aver spesso "sfruttato" alcuni tratti della sua personalità per spaventare l'uomo e farlo desistere dai suoi intenti.