10 Feb, 2023 - 11:55

Lavoro in Italia, a 1 dipendente su 6 non vengono pagati gli straordinari

Lavoro in Italia, a 1 dipendente su 6 non vengono pagati gli straordinari

Secondo un’indagine di Inapp Plus (Participation, Labour, Unemployment Survey), il 60% dei lavoratori dipendenti fa gli straordinari ma un quarto di questi non riceve una retribuzione aggiuntiva. Nel dettaglio, il 15,9% dei lavoratori non viene pagato per il lavoro extra e il 50% lavora in orari "antisociali", ovvero la notte, il sabato e nei giorni festivi.

Lavoro e straordinari in Italia, i dati

Lo studio è stato condotto su 45mila individui dai 18 ai 74 anni. Di questi fanno straordinari il 64,7% dei dipendenti uomini contro il 54,1% delle donne con motivazioni legate nella maggior parte dei casi (51,2%) a carichi di lavoro eccessivi e carenza di personale mentre solo il 18,4% dichiara di farli per guadagnare di più. C'è poi un 8,1% che dichiara di non potersi rifiutare.

L'indagine ha rivelato anche che il 18,6% dei dipendenti lavora sia di notte che nei festivi (circa 3,2 milioni di persone), il 9,1% anche il sabato e i festivi (ma non la notte), mentre il 19,3% anche la notte (ma non di sabato o festivi). Gli uomini sperimentano di più sia il solo lavoro notturno, sia quello svolto sia di notte che nei festivi; le donne, invece sono impegnate più il sabato o nei festivi.

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Spesso la domanda di lavoro richiede disponibilità che confliggono con le esigenze di vita.

Ha dichiarato il presidente dell'Inapp, Sebastiano Fadda, aggiungendo che è vero che per alcuni settori economici, come il commercio o la sanità, e per alcune professioni, come quelle dei servizi, il lavoro notturno o nei festivi è connaturato alla natura della prestazione, ma è anche vero che questa modalità sembra diffondersi anche dove non è strettamente necessaria. E conclude:

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È urgente avviare una seria riflessione sull'organizzazione e articolazione del tempo di lavoro, ma anche sulla sua quantità e distribuzione.

I permessi

Sempre secondo il Rapporto, il 21,3% degli occupati (circa 4,7 milioni) dichiara di non poter o non volere prendere permessi per motivi personali, il 54,8% può prenderli e il restante 23,9% può modulare l'impegno lavorativo. Gli uomini hanno una maggiore autonomia, mentre per le donne si evidenzia la pressione di un contesto che disincentiva l'uso dei permessi".

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Giulia Danielli
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