Roma scolari rinunciano a gita per non escludere il loro compagno in carrozzina. Un gesto nobile e ammirevole da prendere come esempio tra tutti, tanto da ricevere belle parole e riguardi da parte del preside della scuola.
Proprio lì, dove gli adulti non hanno pensato di prendere una decisione che non lasciasse scontento il bimbo disabile, ci hanno pensato i bambini. "O tutti o nessuno", "tutti per uno, uno per tutti".
Tanti sono i motti che muovono la morale e la gentilezza di giovanissimi che possono ancora dare un insegnamento, anche ai più grandi, portandoli a riflettere su eventuali situazioni di disagio per chi resta al margine.
Se tutti non si fossero opposti al tour nella capitale, il bambino in carrozzina sarebbe rimasto escluso e lasciato indietro sul bus. Che cosa è successo? Insieme scopriamo qual è stata la causa della decisione del gruppo di alunni che hanno interrotto la gita nella città eterna.
La gita scolastica si sa, è uno dei momenti più belli per un bambino che si allontana, finalmente, dalle mura della classe, per poter vivere un piccolo viaggio insieme ai compagni, gli amici di sempre e senza l'occhio scrutatore dei genitori. È quell'esperienza che fa sentire gli aunni più grandi e indipendenti e che, a livello didattico, insegna nozioni più memorabili per la mente, rispetto a quelle imparate sulle pagine dei libri. L'uscita didattica è un'avventura immersiva, di comprensione e di condivisione ma, soprattutto, di collettività.
Un gesto di amore e di unione come quello dimostrato dal gruppo di alunni abruzzesi ha stupito tutti. I piccoli hanno rinunciato alla loro gita speciale al centro di Roma per non lasciare indietro il loro compagno in carrozzina. Il tour è stato interrotto, non appena la maggioranza ha appreso che uno dei loro non avrebbe potuto raggiungere il resto della scolaresca.
La decisione dei bambini ha subito attirato l'attenzione del personale scolastico, del preside e della stampa.
Una scelta commovente e matura da parte di un gruppo di scolari decisi a non lasciare indietro nessuno.
Quanti sono ad oggi i servizi per disabili malfunzionanti, o guasti, o addirittura inesistenti, che spesso ostacolano e limitano le possibilità altrui? Ciò che è accaduto durante il viaggio dei bambini abruzzesi a Roma ne è un chiaro esempio.
Il viaggio nel centro storico della Capitale non è stato portato a termine per via di un guasto della pedana disabili del pullman della gita. Gli alunni, quindi, sarebbero dovuti andare, lasciando indietro il loro compagno a bordo del bus.
Sarebbe stato quindi l'unico a non poter scendere a visitare la città.
Alla luce di questa esclusione lampante, tutti gli altri si sono ritirati e rifiutati di andare.
È stata una decisione univoca, il gruppo di piccoli alunni dell'istituto comprensivo di Trasacco ha deciso di non scendere.
I bambini hanno insegnato l'inclusione ai più grandi. Nel momento in cui si è presentato l'imprevisto per il bambino disabile, che avrebbe sicuramente accusato un duro colpo a livello psicologico per la delusione e la tristezza al pensiero di essere l'unico a non andare in gita, gli altri hanno dimostrato supporto, facendo squadra e mostrandosi vicini nel momento di difficoltà.
Una decisione che non ci si aspetterebbe da bambini tanto piccoli.
Si tratta infatti, di un gruppo di alunni tra gli 8 e i 9 anni che aveva in programma di andare alla mostra di Van Gogh e poi di girare nelle strade di Roma, tra i monumenti più importanti della città.
Quando è arrivato il momento di scendere, la pedana disabili ha smesso di funzionare.
Da qui, il gesto di solidarietà: tutti insieme hanno rinunciato alla gita.
Il preside Piero Buzzelli ha spiegato al quotidiano il Centro:
Per poi proseguire:
ha concluso il dirigente scolastico.