Alberto Genovese, arrestato a novembre 2020 per aver violentato due ragazze e per questo condannato a 6 anni e 11 mesi di reclusione, resta in carcere. Lo ha deciso il gup di Milano che ha rigettato il ricorso della difesa presentato alcuni giorni fa dai legali di Genovese, ovvero Luigi Isolabella, Davide Ferrari e Stefano Solida.
Il re delle start up è detenuto nel carcere di Lecco dalla sera del 13 febbraio. Prima era ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi nel Lecchese ma, secondo l'ordine firmato dal pm, i reati per i quali è stato condannato sono ostativi alla concessione dei domiciliari e il suo residuo pena, tenuto anche conto del ‘pre-sofferto’ (il tempo in misura cautelare), supera i 4 anni di circa due mesi. Tali argomenti sono stati accolti nella decisione del giudice che ha respinto l'istanza della difesa, dopo l'udienza di discussione di ieri. L'ex imprenditore dovrà quindi rimanere in carcere.
Lo stesso giudice, lo scorso settembre, ha emesso la sentenza di condanna, poi ricalcolando al ribasso la pena (da 8 anni e 4 mesi a poco meno di 7 anni) dopo la rinuncia ad impugnare in appello della difesa, sulla base delle nuove norme della legge Cartabia. Intanto i legali hanno però chiesto la scarcerazione, sulla base delle esigenze di cura e riabilitazione di Genovese, anche con istanza al tribunale della sorveglianza (competente la magistratura di Varese).
Per il 9 marzo è fissata un'altra udienza davanti al gup di Milano sull'opposizione della difesa al ricalcolo della pena effettuato dal giudice. Infine, dopo gli interrogatori richiesti dagli indagati nel filone "bis" dell'inchiesta, tra cui figura sempre Genovese ma anche l'ex collaboratore Daniele Leali, la procura chiederà il rinvio a giudizio.