Secondo caso di falsi certificati medici scoperto in poche ore: dopo Livorno accade a Trapani, dove i finanzieri del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo siciliano hanno arrestato per corruzione un medico in servizio presso la struttura sanitaria USMAF-SASN del Ministero della Salute di Trapani.
Un vero e proprio blitz da parte delle forze dell’ordine, che hanno colto l’uomo mentre stava ricevendo una busta contenente del denaro da un operatore marittimo, a sua volta denunciato a piede libero. L’obiettivo dell’incontro? Prolungare il periodo di malattia di qualche settimana sulla parola.
Rispetto all’episodio avvenuto in Toscana, qui il medico aveva l’abilitazione a esercitare la propria professione. Persino oltre le sue facoltà, e questo eccesso di zelo è costato un’accusa di corruzione a suo carico.
I militari del Nucleo PEF (Polizia Economica Finanzaria) della Guardia di Finanza monitoravano il soggetto già da diverso tempo, sulla base di alcune segnalazioni: il materiale acquisito era ormai corposo e pregiudicante per il sospettato. Il medico era membro dell’equipe per i Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile (riassunti dall’acronimo SASN): un distaccamento che gestisce l’assistenza sanitaria, in Italia e all’estero, al personale marittimo ed al personale aeronavigante, tra cui le visite mediche preventive d’imbarco e le visite periodiche (biennali) per l’accertamento dell’idoneità alla navigazione.
La parola in codice per procedere alla transazione era Aiutiamoci, che è stata poi assunta come denominazione dell’indagine stessa. Tra la documentazione sequestrata dalla Gdf anche un elenco minuziosamente custodito contenente i nomi dei pazienti a cui era stata accreditata la degenza supplementare, a fronte di un corrispettivo economico tutto sommato onesto e pari a 50 euro.
L’uomo si trova ora agli arresti domiciliari in attesa della convalida del fermo, e si è dichiarato disposto a collaborare con la giustizia, a cominciare dal risarcimento del danno commesso. A proposito di illeciti finanziari, un caso analogo nel trapanese era stato scoperto ieri: artefice della truffa un direttore di banca, che avrebbe approfittato della cecità di una cliente per sottrarle 400mila euro.