Giorgia Meloni sarà ufficialmente presente al congresso nazionale della Cgil il prossimo 17 marzo. La premier parlerà dal palco dell’Assemblea che si aprirà a Rimini dal 15 al 18 marzo prossimi. L’annuncio è arrivato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’assise, poco prima che il presidente del Consiglio ricevesse a Roma il suo omologo israeliano Netanyahu.
Per questa edizione, la 19esima, lo slogan scelto è "Il lavoro crea il futuro". Oltre al segretario Maurizio Landini, che parlerà durante la prima giornata, presenti altri ospiti illustri del mondo politico e istituzionale: il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, i segretari di Cisl e Uil, il segretario dell’Anpi, i principali leader di partito del centrosinistra (Conte, Calenda e Schlein), il presidente della Cei.
Dalle parole del segretario della Cgil Landini emerge come da tempo ci fosse la volontà di invitare la premier Meloni, nonché una figura di rappresentanza del centrodestra, al Congresso nazionale della principale sigla sindacale italiana.
Certamente il leader della Cgil potrà contare sul vantaggio di giocare in casa, magari per portare all’attenzione del governo alcuni temi ritenuti prioritari, a cominciare dalle riforme quali oggetto di confronto e negoziazione.
Molti analisti hanno poi osservato come Landini abbia cercato in maniera insistente il collegamento con la leader di Palazzo Chigi, sin dal suo insediamento, tuttavia lui stesso ha precisato che ogni anno viene formalizzato verso il presidente del Consiglio in carica.
Chissà se tra gli argomenti di discussione che infiammeranno il dibattito pubblico ci sarà anche la settimana lavorativa corta, ossia da 4 giorni. Qualche giorno fa Landini aveva bollato l’ipotesi come chiacchiere, anche perché aveva fatto notare che il governo stava riflettendo sugli incentivi a sostegno delle imprese che prendono seriamente in agenda il tema degli orari di lavoro.
Il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso all’assemblea nazionale unitaria Fiom e Filctem Cgil aveva clamorosamente aperto a questa possibilità, già sperimentata in altri Paesi ma anche da alcune aziende di grandi dimensioni che operano in Italia.