Prosegue il lento ritorno alla normalità per la popolazione di Umbertide, il comune in provincia di Perugia epicentro del terremoto registratosi giovedì in Umbria. Secondo i dati comunicati dalla Regione sono 145 le persone che hanno dormito fuori casa tra venerdì e sabato, la stragrande maggioranza a causa delle condizioni di inagibilità delle loro abitazioni. Prezioso il contributo della Protezione Civile.
Stefano Nodessi, responsabile per la Regione Umbria del Governo del territorio, le ha poi suddivise in maniera precisa tra Pierantonio (85), Sant'Orfeto (41) e Umbertide (19). Proseguono intanto le verifiche dei vigili del fuoco, protezione civile e tecnici comunali per fare un quadro dei danni.
A seguito delle scosse di terremoto, la Giunta regionale dell’Umbria ha stabilito venerdì mattina la delibera che sblocca in maniera immediata lo stanziamento di fondi per l’emergenza, mentre dal lato operativo continuano senza sosta gli interventi locali, specialmente i sopralluoghi dei tecnici, per rilevare eventuali danni negli edifici sia pubblici che privati.
Complessivamente sono stati allestiti 200 posti letto, grazie alla collaborazione del personale di Umbria mobilità. Sempre nella giornata di venerdì si è tenuta una riunione nel Comune di Umbertide a cui hanno partecipato la presidente della Regione, Donatella Tesei, l’assessore regionale Enrico Melasecche, il sindaco di Umbertide Luca Carizia, i tecnici regionali e comunali, il Prefetto di Perugia Armando Gradone e i rappresentanti delle Forze dell’ordine: il risultato finale dell’assemblea verte sull’ipotesi di dichiarare lo stato di emergenza, pista che sembra altamente percorribile.
Per quanto concerne gli edifici pubblici, occhio di riguardo per le scuole: eseguita la mappatura di tutti i plessi (elementari, medie e superiori), al momento non è a rischio la ripresa delle attività istruttorie nella giornata di lunedì, dopo la chiusura preventiva delle scuole sia giovedì che venerdì scorso. Per il governo si è recato sul posto il sottosegretario agli Interni Emanuele Prisco, come collegamento tra il territorio e lo Stato.