Papa Francesco ha festeggiato ieri i suoi dieci anni di pontificato. Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires in Argentina il 17 dicembre del 1936 è stato eletto 266° papa della Chiesa Cattolica e Vescovo di Roma, nonché 8° sovrano dello Stato della Città del Vaticano il 13 marzo del 2013. Il pontefice, primo papa ad essere proveniente dal continente americano ha festeggiato la sua decade da pontefice attraverso "Popecast", ossia un podcast realizzato dai media vaticani proprio in occasione di questa ricorrenza, un podcast in cui il pontefice parla del suo pontificato e lancia un messaggio di pace.
Non è semplice analizzare i 10 anni di pontificato di Bergoglio, un papa che ha saputo gestire al meglio momenti difficili che la Chiesa non aveva mai vissuto. Un Papa che ha caratterizzato il suo pontificato per una grande attenzione verso i fedeli, i bisognosi e la convivenza con il Papa emerito, Benedetto XVI. Il vaticanista di lungo corso Raffale Luise è intervenuto durante la trasmissione "Pomeriggio Con Noi" condotta da Francesca Romana Macrì e Francesco Acchiardi in onda ogni giorno dal lunedì al venerdì su Cusano Italia Tv. Luise ai microfoni dell'emittente del Cusano Media Group ha spiegato: "É un Papa pastore, è stato scelto per questo perché da questo punto di vista la Chiesa era in crisi e lo stile del Papa dice il messaggio principale di questo pontificato, questo Papa piace perché ha una comunicazione ed una presenza diretta. Ha innovato profondamente la figura ancora sacrale del Papa, come era ancora con Benedetto XVI è un papa "di strada" com'era abituato a fare il Papa il patriarca di Buenos Aires , un uomo che camminava con i mezzi pubblici tra al agente, questo stile nuovo è l'immediato calore che si crea con qualsiasi persona che lui contatti. É un papa che vive in un modo semplice ed è immediato e diretto."
In occasione della ricorrenza dei 10 anni di pontificato i media vaticani hanno realizzato un podcast con il Papa il quale ha raccontato quale fosse l'incontro più bello avvenuto in questi anni: "L’incontro in piazza San Pietro con i vecchi. I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anche io sono vecchio, no? Ma i vecchi sono come il buon vino che hanno quella storia stagionata… il linguaggio con i vecchi a me rinnova, mi fanno più giovane non so perché… Sono dei momenti belli, belli, belli." Bergoglio ha dedicato anche un pensiero ai territori colpiti da guerre: "Non pensavo… pensavo che la Siria fosse una cosa singolare, ma poi c’è stato lo Yemnen, la tragedia dei rohingya in Myanmar e ho visto che c’era la guerra mondiale ma dietro le guerre c’è l’industria delle armi, questo è diabolico. Mi diceva un tecnico che se durante un anno non si facessero armi nel mondo finirebbe la fame nel mondo. E questo è terribile. Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi, sia russi che ucraini, non mi interessa, che non tornano. È dura". Tre parole infine sono i sogni del pontefice: "Tre parole mi vengono: fratellanza, pianto, sorriso. La fratellanza umana, siamo tutti fratelli, ricomporre la fratellanza e imparare a non aver paura di piangere e di sorridere. Quando una persona sa piangere e sa sorridere è una persona che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull’orizzonte del futuro. Una persona che si è dimenticata di piangere qualcosa già non funziona e se si è dimenticato il sorriso, peggio ancora."