L’Europa prosegue la ricerca di terre rare. L’obiettivo è diventare meno dipendenti dalla Cina, leader mondiale, per trovare nuovi partner come può essere il Canada o trovare nuovi giacimenti come avvenuto lo scorso gennaio in Svezia. Proprio la scoperta in Scandinavia ha riacceso le discussioni sul ruolo critico di questa categoria di metalli di nicchia che sono impiegati nella maggior parte delle tecnologie moderne e rappresentano di fatto una componente significativa della transizione energetica in corso.
A fare l’annuncio è stato lo stesso gruppo minerario Lkab, che dal 1890 si occupa di estrarre minerali nel territorio svedese. Secondo le prime ipotesi, dal giacimento potrebbero essere estratte fino a un milione di tonnellate di minerali come confermato da Jan Mostroem, presidente e amministratore delegato di Lkab: Si tratta del più grande deposito conosciuto di metalli delle terre rare nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un elemento fondamentale per ottenere le materie prime critiche che sono assolutamente cruciali per consentire la transizione verde. Siamo di fronte a un problema di approvvigionamento.
Giorni fa il ministro delle risorse naturali canadese Jonathan Wilkinson ha sottolineato che i minerali critici sono una delle maggiori opportunità per il Canada: E’ una specie di opportunità economica generazionale per questo paese. Non solo estrarre minerali, ma elaborarli e raffinarli qui. Costruire le batterie, costruire i veicoli elettrici e altri prodotti. Al momento siamo saliti dal quinto al secondo posto fra i produttori dopo la Cina. Il Canada vuole essere parte della soluzione. Stiamo già collaborando per l’idrogeno, stiamo collaborando in aree di sviluppo di minerali critici... quella catena di approvvigionamento resiliente attraverso l’Atlantico è certamente qualcosa che stiamo assolutamente facendo.
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi metallici, noti anche come "lantanoidi", che si trovano in natura in forma dispersa e a bassa concentrazione. Questi elementi sono: lantanio (La), cerio (Ce), praseodimio (Pr), neodimio (Nd), promezio (Pm), europio (Eu), gadolinio (Gd), terbio (Tb), disprosio (Dy), olmio (Ho), erbio (Er), tulio (Tm), itterbio (Yb), lutezio (Lu), scandio (Sc), ittrio (Y), e attinio (Ac).
Le terre rare sono molto importanti per la produzione di molte tecnologie moderne, come ad esempio magneti permanenti, batterie, dispositivi elettronici, schermi a cristalli liquidi, lenti ottiche, catalizzatori, ecc. Inoltre, le terre rare sono fondamentali per lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale, come le turbine eoliche e i veicoli elettrici.
Nonostante il loro nome, le terre rare non sono particolarmente rare in termini di quantità presenti nella crosta terrestre, tuttavia è difficile e costoso estrarle e raffinarle, e per questo la produzione di terre rare è concentrata in pochi paesi, come la Cina.
Dall’economia rinnovabile a quella militare e aerospaziale, passando per il commercio di auto elettriche, e poi, ancora, la fibra ottica e la produzione di smartphone: le terre rare sono fondamentali per l’economia del presente e del futuro, nel mondo. Dunque, le terre rare sono molto ambite dalle grandi potenze mondiali. Attualmente la Cina è l’esportatore di terre rare più importante al mondo, con una produzione annua di circa 130mila tonnellate e detenendo circa il 37% delle riserve mondiali.
Per le terre rare non esiste un mercato ufficiale, di conseguenza raffinatori e aziende interessate all’acquisto, conducono trattative private, con prezzi fatti sul momento. Per questo il mercato subisce importanti oscillazioni, dettate principalmente da ciò che decide la Cina. Eppure qualcosa nello stato dell’Asia orientale si sta muovendo, con il governo che ora sembra pronto a regolamentare il mercato, oltreché a migliorare tutta la filiera che prevede l’estrazione, l’utilizzo e lo smaltimento, con l’avvio del progetto per un polo innovativo dedicato alla ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali provenienti da queste risorse.
La lotta di potere tra Stati Uniti e Cina, però, sembra non voler cessare e si è spostata in Groenlandia, il luogo con il sottosuolo più ricco di terre rare al mondo e ambitissimo dalle due superpotenze mondiali. Anche se la ribellione e l’opposizione agli scavi del popolo groenlandese e la conseguente vittoria del partito di sinistra ambientalista Inuit Ataqatigiit alle elezioni hanno fermato, per il momento, la creazione di una miniera dedicata alle terre rare, altamente nociva per gli abitanti e per l’ambiente.