Un recente sondaggio dell'European Council on Foreign Relations rivela cosa pensano russi e cinesi dell'Ue e degli Usa in questo momento storico. Il conflitto scoppiato un anno fa in Ucraina ha avuto un impatto importante finora e rispetto a nove mesi fa le opinioni sulla fine della guerra sono cambiate.
L'Ecfr ha condotto un sondaggio su quindici Paesi, tra cui 9 stati membri dell'Ue, oltre a Stati Uniti, Gran Bretagna, India, Cina, Russia e Turchia per comprendere la percezione di uno stato nei confronti dell'altro. I risultati hanno rivelato che il 37% dei cinesi ritiene l'Europa un partner necessario per Pechino. Inoltre il 42% dei cinesi ritiene che la guerra in Ucraina debba terminare al più presto. Interessanti anche le risposte dei russi: il 64% vede gli Stati Uniti e gli Stati membri dell'Ue come avversari. Dal canto suo, la Russia è considerata un alleato e partner al di fuori dei Paesi europei: in Turchia ad esempio il 48% degli intervistati crede che la guerra debba terminare quanto prima così come il 54% degli indiani. La Russia inoltre è percepita come uno stato più forte dall'inizio del conflitto in Ucraina secondo i tre quarti degli intervistati in Cina, India e Turchia. Molti cittadini extra-Ue ritengono inoltre che la forza dell'ordine liberale guidato dagli Stati Uniti è destinata a scemare nei prossimi dieci anni. In Cina, India, Turchia e Russia, molti prevedono che l'Occidente sarà solo una potenza globale tra le tante mentre solo il 7% dei russi e il 6% dei cinesi prevedono un dominio globale degli Stati Uniti tra dieci anni.
In Europa però le opinioni cambiano in maniera radicale: il 44% dei britannici e il 38% degli intervistati nei nove Paesi dell'Ue ritengono che l'Ucraina debba riprendersi tutto il territorio in ballo con questa guerra. Tra gli europei, la Russia è ampiamente vista come rivale. L'idea è più sentita in Danimarca dove l'82% degli intervistati percepisce il Paese di Putin come un avversario, ma è forte e maggioritaria anche in Estonia (79%), così come in Polonia (79%): due Stati che hanno avuto legami molto difficili con la Russia. Leggermente diversa la situazione in Gran Bretagna dove il 77% percepisce la Russia come un rivale, seguono poi Germania con il 69%, Spagna con il 65%, Francia con il 59%, Portogallo col 57% e successivamente l'Italia col 54%. Sorprende la Romania dove solo il 44% degli intervistati ritiene la Russia come un rivale. Un quadro quindi che vede un'Europa divisa nel considerare la Russia come un rivale ma anche come un partner.
Nel maggio 2022 l'Ecfr ha condotto un altro sondaggio nel quale si rilevava che gli europei erano uniti nella loro condanna della guerra e nel desiderio di rompere le relazioni con la Russia mentre risultavano divisi sui tempi della fine del conflitto. Mentre un gruppo credeva che fosse molto importante un'immediata fine della guerra anche assecondando le richieste russe, un'altra parte credeva che solo una chiara sconfitta della Russia potesse portare la pace anche a costo di un prolungamento del conflitto. Le due fazioni furono chiamate "peace camp" e "justice camp". Nel 2022 l'analisi ha indicato che la "coalizione della pace" era più ampia di quella della giustizia, con la preferenza che la guerra finisse il prima possibile prevalente nella maggior parte dei paesi europei. La Polonia era l'unico Paese in cui più persone volevano vedere la Russia punita per la sua aggressione, anche a costo di un conflitto più lungo. Nove mesi dopo il primo sondaggio le cose sono cambiate e si è arrivati anche a una terza possibile risposta sul dominio occidentale che generato interessanti risultati nei Paesi extra-Ue. I risultati indicano che il desiderio che la guerra finisca il prima possibile non è più così popolare tra gli europei ed in diversi paesi c'è ora una chiara preferenza per l'Ucraina per riconquistare tutto il suo territorio. In Germania e Francia, il numero di coloro che vorrebbero che la guerra finisse il prima possibile è diminuito notevolmente. Solo in Italia e in Romania molte più persone pensano ancora che la guerra debba finire il prima possibile.