Oggi è in programma la manifestazione ex Gkn a Firenze con un corteo che partirà da Novoli alle 14 fino alla zona della Fortezza da Basso. Sostegno da parte di tantissime persone al corteo di oggi.
Il corteo si svolgerà sull’itinerario viale Guidoni per poi passare a via del Ponte di Mezzo proseguire per via Mariti continuare per piazza Dalmazia, via Corridoni, via del Romito, Rampa Spadolini fino ad arrivare Giardini della Fortezza da Basso verso 17:30-18. Potrebbero esserci possibili disagi alla circolazione e al trasporto pubblico. La polizia municipale disporrà chiusure nelle zone di viale Guidoni, via Forlanini, via di Novoli, via Mariti-piazza Dalmazia, viale Morgagni, via Corridoni e via dello Statuto-largo Martiri delle Foibe. Saranno impegnate oltre 25 pattuglie. In vista del corteo sono previste alcune deviazioni per il trasporto pubblico e potrebbero esserci sospensioni momentanee del servizio tranviario. Resteranno chiuse alcune fermate della linea T1 vicine al percorso del corteo: la fermata Dalmazia dalle 14 e dalle 17 le fermate Fortezza e Fallaci.
La manifestazione "Gkn non si tocca" è promossa dal Collettivo di Fabbrica a sostegno delle rivendicazioni che vanno avanti da un anno e mezzo. Le Rsu ex Gnk hanno fatto sapere in una nota che le adesioni sono più di duecento tra le associazioni e organizzazioni e sono più di 330 le adesioni individuali all’appello di solidarietà. Diversi nomi importanti tra i sostenitori della causa come il direttore di Oxfam Italia Roberto Barbieri, il professor Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant’Anna, Moni Ovadia, Saverio Tommasi e don Massimo Biancalani della Comunità di Vicofaro. Un forte sostegno anche da parte del mondo della musica: Bandabardò e i Modena City Ramblers, tramite video pubblicati dall'account social "Insorgiamo con Gkn", mandano un messaggio di solidarietà.
Dalla pagina Facebook "Collettivo di fabbrica-Lavoratori Gkn Firenze" si può leggere una lettera che spiega le motivazioni del corteo. Nel post si parla di sequestro del contratto nazionale "gli accordi interni frutto di 60 anni di lotte, gli stipendi. Ormai da sei mesi. Un precedente del genere non può passare. Non possiamo permettercelo. Fatto una volta, sarà fatto di nuovo".