In questi giorni se ne stanno leggendo e sentendo tante su Gianni Minà. Nelle ore successive alla sua scomparsa risalente a lunedì sera, tutti quelli che lo hanno conosciuto e quelli che lo seguivano in televisione hanno voluto rendere omaggio al grande giornalista attraverso un pensiero o il racconto di qualche aneddoto di vita passata insieme. Durante la trasmissione "Pomeriggio Con Noi" in onda ogni giorno su Cusano Italia Tv è intervenuto lo storico dello sport e delegato Figc Raffaele Ciccarelli che a Francesca Romana Macrì e Francesco Acchiardi ha raccontato la figura di Gianni Minà.
Gianni Minà ha rappresentato attraverso i suoi documentari, le sue interviste e tutti i lavori che ha svolto la figura del giornalista perfetto, fare della vera informazione senza essere ostacolati, una cosa che ora non è possibile fare. Sta diventando virale sui social un aneddoto raccontato in queste ore dal celebre tennista Adriano Panatta in cui racconta di aver svolto un intervista con Minà negli intervalli di tempo tra un set e l'altro e quando gli viene chiesto come sia stato possibile accettare un intervista durante una gara in corso, lui risponde: "Me lo stava chiedendo Gianni Minà, come potevo dire di no?". É così che ha vissuto e lavorato Minà, ponendo l'empatia prima di tutto, sensibile agli stati d'animo degli intervistati, il suo lavoro come una missione: portare al pubblico le verità nascoste, proprio come fece con Muhammad Ali. Durante la trasmissione "Pomeriggio Con Noi" condotta da Francesca Romana Macrì e Francesco Acchiardi in onda ogni giorno su Cusano Italia Tv è intervenuto Raffaele Ciccarelli, storico dello sport e delegato Figc che ha spiegato come oramai nel nostro paese sia sempre più difficile, se non impossibile, fare del vero giornalismo: "Non esiste più il giornalismo che intendeva Minà, lui non aveva paura di fare domande, era una persona schietta e diretta. Il problema del giornalismo di oggi è che qualora si riesca ad intervistare un grande personaggio si subisce il suo fascino e poi non riescono a fare le famose domande scomode, quelle che portano davvero alla scoperta del personaggio, non dimentichiamoci che Minà in conferenza stampa nel pre mondiale del 1978 fece una domanda al gerarca e fu costretto ad andare via da li". Ciccarelli fa riferimento al mondiale argentino del 1978, dove Minà fece domande sui desaparecidos al capitano di vascello Carlos Alberto Lacoste e fu successivamente ammonito e poi espulso dall'Argentina. T
Il mondo dello sport, del giornalismo, della politica e dello sport in queste ore stanno rendendo omaggio a Gianni Minà. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha commentato la notizia della scomparsa di Minà così: "Addio a Gianni Minà scrittore, giornalista e conduttore televisivo. Girò documentari su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Diego Armando Maradona. Indiscutibilmente tra i migliori nel suo campo, lascia tanti bei ricordi non solo agli appassionati di calcio e ai tifosi del suo amato Torino. Ai familiari le mie sentite condoglianze." Anche Giorgia Meloni ha voluto ricordare il giornalista: "Addio a Gianni Minà, un vero professionista amato e rispettato da tutti. L’Italia perde un grande giornalista e un uomo di profonda cultura. Che la terra ti sia lieve". Commovente anche il ricordo del leader pentastellato Giuseppe Conte: "Se uno si sofferma troppo sulla propria felicità perde di vista gli altri, il mondo. La nostra identità si esprime attraverso di loro, in un rapporto virtuoso. Invece da troppi decenni ci hanno voluto inculcare la balla che la felicità si raggiunge consumando tutto. Ci lascia Gianni Minà, un gigante che ha avuto il coraggio e la tenacia di raccontare sogni e asperità dell’America Latina, dei ‘dannati della Terra’, sempre al fianco degli ultimi e pronto a dargli voce. La prosa intelligente che scaldava i cuori e interrogava le menti, giornalista di fine intelligenza che non ha mai ceduto alle fanfare del conformismo. Ciao Gianni". occante anche il ricordo di Fabio Fazio: "La sua curiosità era unica. Gianni Minà era un giornalista col gusto del racconto come pochi, aveva voglia davvero di conoscere le storie e le persone. Era sempre in movimento, era disordinato nel senso che andava di continuo avanti e indietro. Gianni Minà è stato ingiustamente dimenticato ed è un grande peccato, non solo per lui ma per tutti noi. Stiamo perdendo la consapevolezza delle cose veramente importanti, che fanno non soltanto la storia della televisione, ma le cose che dovrebbero servire per fare la nostra storia quotidiana. La cosa migliore che si possa fare è riproporre nel modo più corretto una parte del suo lavoro. Le sue interviste sono straordinarie nel verso senso della parola, non solo per la qualità degli intervistati. Lui era ben consapevole che di quelle storie lui non era il protagonista. Non è da tutti, anzi non lo è quasi mai."