Emma Bonino, leader di +Europa, si gode il vaso in frantumi del Terzo Polo dopo lo strappo tra Calenda (L’uomo dei voltafaccia) e Renzi. Per l’ex ministro degli Esteri è certamente una vittoria personale dopo lo strappo avvenuto lo scorso agosto, quando Azione abbandonò la coalizione con il Pd per programmare il futuro insieme a Italia Viva. Un vero e proprio duello individuale, culminato con le elezioni politiche dello scorso 25 settembre, quando la vittoria di Calenda all’uninominale escluse proprio Bonino dal seggio in Parlamento.
Oltre alla rivincita sul piano politico, Bonino illustra in un’intervista le sue ragioni sul fallimento del Terzo Polo e spiega anche perché il Pd a guida Schlein non ha futuro.
Il riferimento è al motivo per cui Azione si defilò dalla coalizione, ossia l’ingresso dell’alleanza Verdi-Sinistra nel pacchetto di centrosinistra.
A proposito di quel 7 agosto, che definisce data spartiacque, per Emma Bonino fu l’ultima tappa di un lungo percorso insieme a Carlo Calenda nel 2017. L’attualità politica è il momento delle rivelazioni, dei segreti dietro le quinte. Tra questi l’incontro primordiale in cui il politico romano le chiese di far confluire il suo partito in ciò che poi sarebbe diventato Azione:
7 agosto, data che segna la fine dei rapporti personali tra i due, il punto di non ritorno. A nulla era valso il tentativo di mediazione con Matteo Richetti, braccio destro di Calenda, per cercare di ricucire il gap politico che si era creato. Bonino definisce inoltre il Terzo Polo fritto e mangiato, mentre su Renzi il commento è più diplomatico: