Il turpiloquio da anni è entrato nel gergo comune e questo lo sappiamo ma avevamo la consapevolezza anche che questo non sarebbe arrivato nei media. La radio e la televisione da sempre si sono dimostrati mezzi capaci di intrattenere, divulgare ed informare senza ricorrere alle imprecazioni ed al turpiloquio. Dopo anni sono comparse le prime imprecazioni televisive, in primis sulla televisione commerciale e poi anche in Rai, non ultime le polemiche scaturite dopo la parolaccia pronunciata dall'autorevole giornalista Lucia Annunziata durante la trasmissione "Mezz'ora in più" su Rai 3. Il turpiloquio è normale adesso in tv? A questa ed altre domande hanno cercato di rispondere il filosofo Vito Tartamella ed il sociologo della comunicazione Marino D'amore intervenuti durante la trasmissione "Pomeriggio Con Noi" condotta da Francesco Acchiardi e Francesca Romana Macrì in onda ogni giorno su Cusano Italia Tv.
Il turpiloquio da anni è entrato nel gergo comune e questo lo sappiamo ma avevamo la consapevolezza anche che questo non sarebbe arrivato nei media. La radio e la televisione da sempre si sono dimostrati mezzi capaci di intrattenere, divulgare ed informare senza ricorrere alle imprecazioni ed al turpiloquio. Dopo anni sono comparse le prime imprecazioni televisive, in primis sulla televisione commerciale e poi anche in Rai, non ultime le polemiche scaturite dopo la parolaccia pronunciata dall'autorevole giornalista Lucia Annunziata durante la trasmissione "Mezz'ora in più" su Rai 3. Il turpiloquio è normale adesso in tv? A questa ed altre domande hanno cercato di rispondere il filosofo Vito Tartamella ed il sociologo della comunicazione Marino D'amore intervenuti durante la trasmissione "Pomeriggio Con Noi" condotta da Francesco Acchiardi e Francesca Romana Macrì in onda ogni giorno su Cusano Italia Tv. Secondo Vito Tartamella il turpiloquio: "Non sono tra loro che ritengono che l'uso delle parolacce sia una forma di degenerazione perchè fior di ricerche hanno dimostrato invece che la competenza linguistica comprende a tutto tondo l'uso delle parolacce e chi dice le parolacce non necessariamente ha un dizionario più povero." Secondo il sociologo della comunicazione Marino D'Amore le parolacce in tv possono essere diseducative: "Il vero problema è che se si sdoganano le parolaccia in uno scenario mediatico pubblico alla fine entrano a far parte del lessico e le nuove generazioni che si formano anche attraverso la comunicazione mediatica pensano che sia possibile usarle anche in contesti in cui non vanno usati".
Dopo la parolaccia pronunciata da Lucia Annunziata durante la trasmissione "Mezz'ora in più" su Rai 3, l’Associazione Utenti dei servizi Radiotelevisivi ha deciso di segnalare all’Agcom, chiedendo di aprire una indagine sull' accaduto per capire se il turpiloquio utilizzato possa o meno essere una violazione. L'associazione, che ha chiesto anche un incontro con il consiglio d'amministrazione della Rai ha anche spiegato all'agenzia di stampa Adnkronos: "In un programma di informazione della rete pubblica, dove sono presenti ospiti istituzionali e rappresentanti di Governo e Parlamento, non è tollerabile l’utilizzo di linguaggi scurrili. I termini utilizzati da Lucia Annunziata nel suo sfogo sono forse più adatti a trasmissioni trash come il ‘Grande Fratello’, e oltre ad essere inopportuni potrebbero rappresentare una violazione delle norme che regolano il servizio pubblico radiotelevisivo". Secondo alcuni utenti il problema non risiede nella parolaccia utilizzata dall'Annunziata ma nel trasporto utilizzato nell'intervistare il ministro verso ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Eugenia Roccella.