25 aprile e antifascismo, il centrodestra vota la mozione dell'opposizione ma il gesto non è "ricambiato". Il Senato ha approvato all'unanimità la mozione sulla Festa della Liberazione presentata dalla minoranza parlamentare, il testo della minoranza passa con 133 voti favorevoli e un astenuto. Approvato anche quella della maggioranza, ma con 78 sì, 29 no e 26 astenuti. FdI, FI, Lega e Civici d'Italia hanno votato favorevolmente entrambe i testi. Astenuto il gruppo Azione-Iv su quello del centrodestra. Pd, Avs e M5s hanno votato contro quello della maggioranza.
Oggi si votavano le mozioni sulle date più importanti della storia della Repubblica (25 aprile, primo maggio e 2 giugno). Le mozioni sono passate al Senato restano però le distanze tra centrosinistra e centrodestra. Il testo è stato approvato all’unanimità. Il testo presentato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e CdI ottiene i voti della maggioranza mentre i dem hanno votato contro insieme ai parlamentari di Alleanza Verdi e sinistra, Azione-Iv e Movimento 5 stelle che si sono astenuti. Proteste da parte del centrodestra.
Nella mozione si ricordano le parole della senatrice a vita Liliana Segre, quando ribadì come le grandi Nazioni dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente "nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria" continua la mozione: "Perché non dovrebbe essere così per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica?" prosegue poi "Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell'esempio, di gesti nuovi e magari inattesi".
Il capogruppo del Pd, Francesco Boccia ha spiegato il voto contrario del suo gruppo alludendo al fatto che nel testo proposto dal partito di Giorgia Meloni e dai suoi alleati manca la parola antifascismo. "Una delle radici profonde della nostra Costituzione afferma il capogruppo dem insistendo sul fatto che il 25 aprile "è la festa della liberazione dal nazifascismo, non è una festa comunista o estremista. Nel corso del suo intervento il capogruppo dice: "Chi non pronuncia mai la parola antifascismo rischia di umiliarne la memoria". Viene poi tirata in ballo via Rasella, oggetto di critiche lo scorso mese per le parole di Ignazio La Russa: "fu un atto di guerra. E i partigiani che fecero quel gesto erano dalla parte giusta della storia. Per questo diciamo no ad un revisionismo che indebolisce la nostra storia e la nostra democrazia che nasce da quella lotta di liberazione". Infine un riferimento alla senatrice a vita Liliana Segre: "Se si applaude Liliana Segre non ci possono essere punti di vista diversi sulle date fondative della nostra Repubblica".
Il senatore del Pd Walter Verini ha illustrato la mozione delle opposizioni sul 25 aprile: "La mozione che tutte le forze di opposizione presentano vuole ricordare e impegnare tutte le istituzioni a celebrare e trasmettere i valori di date nelle quali si fondano la nostra democrazia e la nostra convivenza civile. Sono tante le occasioni che il calendario ci offre. Che celebriamo con sincera partecipazione. Verini poi prosegue "Ma non crediamo possano esserci dubbi sul fatto che il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo, il 1 maggio, festa del lavoro e il 2 giugno, festa della Repubblica, siano quelle che più di tutte costituiscono l'identità nazionale, il ponte tra memoria e futuro, il dna di un paese, di una nazione".
"Di una patria - prosegue Verini - come la chiamavano i partigiani che andavano a rischiare la vita e anche a morire per la libertà di tutti. Partigiani comunisti, socialisti, cattolici popolari, azionisti, repubblicani, liberali, monarchici e militari, molti dei quali - come gli internati - rifiutandosi di aderire alla repubblica di Salò, vennero rinchiusi in campi di concentramento. Il cemento comune di quella stagione è l'antifascismo".
Il presidente del gruppo di Fratelli d'Italia Lucio Malan respinge questa motivazione: "Nel documento condanniamo tutti i totalitarismi, siamo contro il fascismo e poi attacca il centrosinistra: Con questo principio i costituenti non avrebbero dovuto votare la Costituzione perché anche lì la parola antifascista non c’è. Secondo Pierantonio Zanettin di Forza Italia a irritare il centrosinistra è la presenza della data del 9 novembre, data della caduta del Muro di Berlino: "Non possiamo non dirci antifascisti" quindi insiste forse disturbano i riferimenti al comunismo e al Muro di Berlino". Poi l'attacco alla segretaria del Partito democratico Elly Schlein: "Capisco che con la svolta a sinistra imposta da Schlein ogni compromesso è divenuto impossibile. E’ un'occasione perduta".
Il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, capogruppo in commissione Sanità di Palazzo Madama dice la sua sulla mozione 25 aprile "i paraocchi del Pd e, la loro incapacità di allargare lo sguardo, hanno ancora una volta dimostrato, ove mai ce ne fosse bisogno, la ferrea politica divisiva della sinistra". Ha poi continuato il senatore ribadendo che si è persa un’occasione "per scrivere una bella pagina di storia, ma quando mancano argomenti per sostenere il confronto democratico sui temi è evidente che si finisce per svilire ogni occasione di buona politica". Zullo infine conclude il suo intervento: "Purtroppo, è questa l’opposizione che ci tocca affrontare. Alla loro aridità, che spesso sfocia in cattiveria, continueremo a contrapporre ogni impegno per migliorare la qualità di vita degli italiani.
"Mancata conciliazione" è la parola di oggi. Ne parla anche Stefania Pucciarelli della Lega: Siamo antifascisti, lo rivendichiamo, e anche contro i regimi comunisti e tutti i totalitarismi. Questa è la nostra differenza" dice.
L'ufficio stampa del Gruppo Misto in Senato ha reso noto che la senatrice a vita Liliana Segre non è promotrice, né firmataria di alcuna mozione "di quelle oggi in discussione nell'Aula del Senato".
Ha scritto anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara sul Corriere della Sera ed ha ribadito che il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica. "Segna la sconfitta della dittatura fascista, il ritorno alla libertà, alla democrazia e la fine della guerra. È dunque un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia. Guai a farne un giorno di parte e di divisione adombrando il sospetto che forze democraticamente elette in Parlamento siano fasciste". Per il ministro il rischio è semmai che "con la scusa dell'antifascismo si ritorni agli anni bui della contestazione violenta. In cui si tentò di delegittimare tutte le forze democratiche non dichiaratamente di sinistra".