Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, la dipendenza dalla Russia sul fronte degli approvvigionamenti di gas per il nostro paese è ormai finita. Da evitare, sottolinea, il pericolo di nuove dipendenze sulle rinnovabili e terre rare dalla Cina.
L'Italia sarebbe ormai al sicuro da eventuali ricadute economiche ed energetiche dovute al conflitto in Ucraina.
È quanto si deduce dalle parole dell'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, rilasciate al quotidiano La Stampa, nel quale sottolinea come la dipendenza del nostro paese dal gas proveniente dalla Russia sia ormai finita.
Descalzi dice di non aspettarsi "grandi scossoni" per quanto riguarda il prezzo dell'energia in Europa, nella seconda parte del 2023, grazie al riempimento degli stoccaggi europei che permetterà di affrontare l'inverno senza eccessive preoccupazioni. Il merito, sottolinea l'Ad, confermato dal governo Meloni come Ad di Eni per il suo quarto mandato, è da attribuire alla capacità sviluppata negli ultimi mesi dal nostro paese di diversificare le fonti di approvvigionamento, importando gas in particolare da Stati Uniti e Africa settentrionale e subsahariana.
Le parole di Descalzi fanno eco alle recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che al G7 riteneva praticamente azzerata la dipendenza dal gas proveniente da Mosca.
Sul tema dell'energia, Descalzi parla anche della questione rinnovabili.
Pur confermando gli investimenti per raggiungere l'obiettivo della riduzione delle emissioni, l'Ad sottolinea come si debba trovare un equilibrio tra sicurezza energetica e transizione ecologica. Senza la prima, infatti, per Descalzi è difficile ottenere la seconda nel medio-lungo termine. Si deve, dunque, ottenere in primo luogo una stabilità nelle forniture di gas e petrolio, cui si deve l'83% della fornitura di energia. L'autonomia energetica è fondamentale per Descalzi poiché, senza di essa, si può incorrere nello stesso rischio di dipendenza avuto con Mosca ma, in questo caso, nei confronti della Cina.