La Nato porterà in Sardegna, per tutto il mese di Maggio, circa 10mila persone, tra militari e civili, per esercitazioni militari. Lo scopo è testare la capacità militare dell'Alleanza Atlantica con funzione di deterrenza, dopo i recenti sconvolgimenti internazionali, guerra in Ucraina in primis.
La Sardegna sarà teatro delle esercitazioni, organizzate e previste da tempo, che la Nato terrà nel mese di maggio nell'isola italiana. Si tratterà di due esercitazioni disgiunte, che andranno a sovrapporsi nel corso di tutto il mese:
Quest'ultima coinvolgerà, nello specifico, i militari delle tre forze armate italiane, mentre la prima vedrà un dispiegamento di forze pari a circa 10mila uomini, tra civili e militari, provenienti da 12 paesi membri e 11 partner dell'Alleanza.
Le esercitazioni servono a testare la 'Very hight readiness joint task force', ovvero la cosiddetta 'punta di lancia' delle forze armate della Nato, primo baluardo in difesa degli stati membri in caso di aggressione, e strumento di deterrenza per scongiurare conflitti a livello internazionale.
Nata, non a caso, nel 2014, dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia, i test per il suo sviluppo si sono resi, ovviamente, ancora più urgenti dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Le esercitazioni che si svolgeranno in Sardegna rappresentano, al pari di quelle effettuate lo scorso anno nel Mar Baltico, un segnale di compattezza dell'Alleanza, come ribadito dal capitano di Marina William Urban del comando alleato di Napoli.
Un livello di preparazione tale che, nelle intenzioni della Nato, dovrà arrivare a sviluppare una linea difensiva di 100mila uomini nel corso di appena 10 giorni, in modo da garantire un intervento difensivo immediato, qualora ce ne fosse il bisogno.
A seguire le operazioni, a bordo della nave Cavour, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha rivolto i suoi saluti al personale e ai militari coinvolti.
La preoccupazione crescente per la situazione in Ucraina, ha determinato questa accelerazione nello sviluppo della linea difensiva dell'Alleanza.
Una fonte diplomatica si è detta particolarmente soddisfatta per il lavoro svolto finora, sottolineando come "per la prima volta in 30 anni la Nato ha definito un programma coerente di difesa contro la Russia".
In questa direzione vanno anche i continui rimandi, anche da parte del segretario generale Jens Stoltenberg, all'ingresso della stessa Ucraina nell'Alleanza, fattore considerato determinante per mettere pressione sul Cremlino e per aprire nuovi spiragli per i negoziati di pace.