Dichiarazione IVA 2023: secondo quanto è stato stabilito dalle disposizioni che sono contenute all'interno dell'art. 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, e successive modificazioni, i contribuenti devono presentare il modello IVA dell'anno in corso, relativo all'anno 2022, nel periodo compreso tra il 1° febbraio 2023 e il 2 maggio 2023.
La scadenza per la presentazione della dichiarazione IVA 2023 è fissata solitamente al 30 aprile di ogni anno, ma quest'anno, dato che tale giorno cadeva di domenica e quello successivo invece era una giorno festivo, il termine è slittato al 2 maggio.
Questa scadenza riguarda la presentazione del modello all'Agenzia delle Entrate, mediante l'utilizzo delle modalità telematiche che sono previste, ma non dispone nulla per quanto riguarda la consegna agli intermediari.
Ad ogni modo, nel caso in cui i contribuenti non abbiano presentato la dichiarazione IVA 2023 entro il termine del 2 maggio che cosa succede? Sarà possibile per loro procedere con la regolarizzazione della propria posizione nel caso in cui non abbiano inviato il modello all'Agenzia delle Entrate rispettando i termini previsti?
All'interno di questo breve articolo daremo una risposta a queste domande, vedendo anche quali sono le sanzioni che sono previste in caso di ritardo nella presentazione del modello oppure in caso di omessa dichiarazione.
Prima di andare a vedere che cosa succede in caso di dichiarazione IVA 2023 non inviata, andiamo a vedere insieme quali sono i soggetti che sono obbligati a presentare il modello all'Agenzia delle Entrate e quali, invece, possono beneficiare dell'esonero.
Nello specifico, sono obbligati alla presentazione della dichiarazione tutti quei contribuenti titolari di partita IVA che esercitano:
Ecco, invece, quali contribuenti sono esonerati dalla presentazione del modello:
In base a quanto viene disposto all'interno degli artt. 2 e 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 22 luglio 1998, le dichiarazioni IVA che non vengono inviate all'Agenzia delle Entrate entro il termine di 90 giorni dopo la scadenza prevista sono considerate comunque valide.
Perciò, in caso di dichiarazione IVA 2023 non inviata entro il 2 maggio, il contribuente dovrà pagare le sanzioni che sono previste dalla legge vigente in materia.
Quelle che, invece, vengono presentate all'amministrazione finanziaria con un ritardo superiore rispetto a 90 giorni saranno considerate omesse e prevedono il pagamento di una sanzione più elevata in base a quanto ritardo ha accumulato il contribuente. In particolare:
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