Stop alla fase di rientro dell'inflazione ad aprile 2023: l'Istat annuncia un nuovo rialzo dell'indice nazionale dei prezzi al consumo, con un +0,4% mensile e +8,2% su base annua, dal +7,6% del mese precedente. Un dato che si rivela comunque lievemente al di sotto della stima preliminare, pari a +8,3%.
L'Istituto specifica come, alla base della battuta d'arresto, c'è principalmente una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati. Frenano invece i prezzi del carrello della spesa, tra alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona: da 12,6% a 11,6%.
In aumento, invece, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, che passano da +7,6% a +7,9%. Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati e non lavorati dimostrano un calo della loro crescita in ragione d'anno. L'inflazione di fondo rallenta e si attesta a +6,2%.
Come accennato, l'accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all'aumento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,6%).
I numeri dell'Istituto registrano una crescita in misura minore nell'ambito dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,3% a +6,9%) e dei servizi vari (da +2,5% a +2,9%). Flessione più marcata per quanto riguarda i prezzi degli energetici regolamentati (da -20,3% a -26,7%). Rallentano anche i prezzi degli alimentari lavorati (da +15,3% a +14,0%), degli alimentari non lavorati (da +9,1% a +8,4%). Il calo, infine, interessa anche i prezzi dei servizi relativi all'abitazione (da +3,5% a +3,2%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,3% a +6,0%).
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, l'inflazione di fondo registra un lieve rallentamento, da +6,3% a +6,2%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che passa da +6,4% a +6,3%. Una situazione che si ripercuote sull'Italia e i suoi consumatori, ancora vittime dell'inflazione in costante aumento.