È andato in scena a Roma, al Teatro Eliseo, il meeting italiano di Renew Europe, progetto unitario fortemente voluto da Emmanuel Macron per dare rappresentanza ai liberali nel Parlamento Europeo. Presenti i leader litigiosi di Italia Viva e Azione, Matteo Renzi e Carlo Calenda, la cui diatriba ha agitato anche il meeting.
Si è da poco concluso il meeting italiano di Renew Europe, il progetto di Emmanuel Macron per costruire una grande casa per i liberali e i riformisti all’interno del Parlamento Europeo. L’incontro, andato in scena al Teatro Eliseo di Roma, ha visto la partecipazione di Azione, Italia Viva e +Europa. I tre partiti, infatti, compongono la delegazione italiana del gruppo europeo. In gioco c’è la possibilità, per i tre schieramenti, di concorrere insieme alle prossime elezioni europee tra il 6 e il 9 giugno 2024.
All’evento è stata registrata una grande partecipazione del pubblico, composta da parti della società civile, oltre che dagli addetti ai lavori, giornalisti e politici in primis. Tra questi ultimi, presenti anche per un intervento dal palco, anche Mariastella Gelmini, di Azione, Luigi Marattin ed Enrico Borghi, di Italia Viva.
A fare gli onori di casa Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe, che ha aperto le danze. Accanto a lui tanti altri membri del gruppo europeo, anche stranieri. In particolare, presente anche Sandro Gozi, già sottosegretario agli affari europei durante i governi Renzi e Gentiloni, oggi parlamentare europeo eletto in Francia per Renew in ottica di una prospettiva transnazionale. A lui anche il compito di inaugurare gli interventi a latere per i giornalisti, rilasciando le prime dichiarazioni sull’importanza di costruire in Italia una rappresentanza forte di Renew Europe, aperta a tutti gli interlocutori liberali.
[bbvideo id=5525692]Anche il segretario di +Europa Riccardo Magi si è fermato a scambiare due battute con la stampa, glissando sulle difficoltà, soprattutto personali, prima ancora che politiche, incorse tra le due anime del Terzo Polo, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ha piuttosto ribadito, invece, anche lui l’importanza di lavorare unitariamente in Europa, per promuovere degli ideali che sono fondativi per il suo partito.
[bbvideo id=5525696]Grandi attesi della serata, né Matteo Renzi né Carlo Calenda hanno rilasciato dichiarazioni al loro arrivo. Renzi, dal canto suo, si è presentato sventolando una vistosa cravatta viola, in onore della sua fede per la Fiorentina, stasera impegnata nella Finale di Coppa Italia di calcio contro l’Inter. I due arrivavano all’incontro dopo aver siglato, nei giorni scorsi, una tregua che mette fine – almeno per il momento – agli screzi che hanno messo la parola fine al progetto del partito unico.
Il leader di IV ha quindi chiesto di poter anticipare il proprio intervento, per arrivare in tempo all’Olimpico per seguire la viola. Non prima, però, di ribadire l’importanza di presentare una lista unica alle europee. Il rischio concreto, per Renzi, è che altrimenti la Meloni possa vincere anche in Europa, compiendo così il suo piano di unire conservatori e popolari. Serve dunque capacità di compromesso, per arrivare uniti, anche nelle differenze, alla tornata elettorale.
Concetto ripreso poi anche da Calenda, che ci ha tenuto però a fare un distinguo. Per il leader di Azione, infatti, è importante che la lista unica per le europee non diventi un matrimonio di solo interesse. Il fallimento del partito unico è stato infatti un trauma, colpa di personalità forti che adesso, però, dovranno discutere solo sul merito delle cose.
Da segnalare qualche mugolio, forse anche qualche fischio, dalla platea, mentre veniva ricordato lo scontro sul partito unico. Nulla di troppo rilevante, ma che comunque registra un certo fastidio da parte dei sostenitori di una grande casa liberale agli atteggiamenti personalistici che hanno caratterizzato gli scambi tra Italia Viva e Azione – o meglio, forse più giusto dire tra Renzi e Calenda – negli ultimi mesi.
Per ora l’accordo sembra essere trovato, ma prima di arrivare al 9 giugno 2024 c’è ancora tanto tempo. Staremo a vedere se il Terzo Polo, con l’aggiunta di +Europa, riuscirà davvero a coalizzarsi in una lista unica, almeno per il parlamento europeo.