Nelle prime ore di oggi, 28 maggio, sono sbarcati 151 migranti sulle coste italiane, soccorsi al largo della costa calabrese dal pattugliatore Bojador della Guardia Nazionale portoghese, che opera nel sistema di sorveglianza di Frontex, e portati nell'area di Crotone. I migranti si trovavano a bordo di un peschereccio e sono stati trasbordati sulla nave militare dopo essere stati intercettati da una motovedetta della Guardia costiera.
Tra i migranti sbarcati, sono stati contati 34 minori non accompagnati provenienti dal Pakistan e dall'Egitto. Dopo un viaggio durato circa 5 giorni e partito dalle coste turche, le loro condizioni di salute sono state valutate come buone dal personale medico dell'Asp di Crotone. Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla Prefettura di Crotone e eseguite dal personale dell'Ufficio immigrazione della Questura e dalla Polizia scientifica. La Croce Rossa Italiana si è occupata del trasferimento dei migranti nel centro di accoglienza di Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto.
Questo è il terzo sbarco avvenuto a Crotone in soli dieci giorni. Il 18 e 19 maggio erano infatti arrivati 138 migranti al porto, seguiti successivamente da altri 87 a bordo di un veliero scortato dalla Guardia costiera.
Anche sull'isola di Lampedusa si sono registrati arrivi di migranti. Dieci tunisini, tra cui una donna e tre minori, sono sbarcati dopo essere stati soccorsi dalla motovedetta G119 della Guardia di Finanza. Attualmente, sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola, che al momento è vuoto. I migranti hanno dichiarato di essere salpati da El Mahdia. Questo è il primo sbarco dopo oltre 10 giorni di maltempo che ha impedito le partenze dalla Tunisia e dalla Libia.
Nelle ultime giornate, si sono persi ufficialmente i contatti con circa 500 migranti che avevano lanciato un SOS a bordo di un'imbarcazione. Si ritiene che siano stati tutti respinti e detenuti in Libia. Le organizzazioni umanitarie Emergency e Alarm Phone hanno confermato la scomparsa della barca nel Mediterraneo centrale, segnalando che tra i richiedenti asilo c'erano anche un neonato e donne incinte. Alarm Phone ha perso il contatto con il natante a partire dal mattino di mercoledì 24 maggio. La barca era in difficoltà senza un motore funzionante in alto mare, a circa 320 km a nord del porto libico di Bengasi e a oltre 400 km da Malta e dalla Sicilia. Nonostante gli sforzi della nave Life Support di Emergency e della Ocean Viking, non sono state trovate tracce dello scafo.
In un'altra occasione, l'organizzazione umanitaria SOS Humanity ha affermato che 27 migranti sono stati salvati in mare da una petroliera e illegalmente riportati in Libia. Si presume che la petroliera "P long Beach" sia coinvolta in questo caso ed è di proprietà della società greca Performance Shipping.
Le organizzazioni umanitarie ricordano che, in base al diritto umanitario internazionale, i richiedenti asilo non possono essere rimpatriati con la forza in Paesi dove rischiano un trattamento duro, e in Libia sono stati documentati ampi abusi sui rifugiati. Finora quest'anno, sono arrivati in Italia via mare oltre 47.000 rifugiati, rispetto ai circa 18.000 nello stesso periodo del 2022.