Dopo il ritrovamento del corpo di Denise Galatà, la studentessa calabrese vittima di un tragico incidente mentre faceva rafting sul Pollino, l'inchiesta sulla morte della giovane si arricchirà presto di un nuovo tassello. Gli ispettori dell'Ufficio scolastico regionale hanno ascoltato oggi, giovedì 1 giugno, Francesca Maria Morabito, la preside dell'istituto Rechichi. Si tratta della scuola superiore che Denise frequentava.
Un vero e proprio interrogatorio chiesto direttamente dal ministro dell'Istruzione Valditara, allo scopo di "verificare che tutte le misure di sicurezza siano state adottate" durante la gita scolastica. Sotto la lente d'ingrandimento "le condizioni organizzative e di sicurezza dell’attività proposta ai ragazzi della scuola", come annunciato dal Ministero dell'Istruzione.
L'interrogatorio è andato avanti per quattro ore. La dirigente scolastica dovrà motivare le ragioni per cui la scolaresca fosse in gita sul fiume Lao a fare rafting. Il dubbio è che l'iniziativa didattica, pur regolarmente programmata durante l'anno, non fosse adatta ad un viaggio d'istruzione poiché troppo pericolosa.
Prosegue intanto il lavoro della magistratura sul caso. Gli inquirenti stanno a loro volta sentendo altre persone coinvolte nella vicenda. In queste ore sono in ascolto i responsabili dell'associazione che promuove le attività sportive sul fiume. Non è da escludere che, già nei prossimi giorni, il procuratore Alessandro D'Alessio iscriva i primi nomi nel registro degli indagati.
La ragazza era stata data per dispersa ieri, mercoledì 31 maggio, dopo essere caduta dal gommone durante l'attività di rafting. Denise è precipitata nelle acque del fiume Lao, nel parco del Pollino. A ritrovare il suo corpo sono stati i vigili del fuoco. Con tutta probabilità, la giovane è morta annegata: dopo essere finita in acqua potrebbe non aver avuto la forza di riemergere in tempo. Sulla vicenda stanno tuttora indagando i carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio, su delega della Procura della Repubblica di Castrovillari.