09 Jun, 2023 - 10:04

PD, Orlando in difesa di Schlein: "Il suo lavoro non si fa in pochi...

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Momento delicato in casa PD. La sconfitta netta alle elezioni amministrative ha aperto un primo miniprocesso alla Segretaria Elly Schlein con alcune componenti del partito che hanno iniziato, chi più chi meno, a manifestare il proprio malcontento. La questione dei gruppi parlamentari, dove si sta procedendo ad un restyling by Schlein delle vicepresidenze di Camera e Senato – come già stato fatto per le presidenze – contribuisce poi ad irrigidire ulteriormente gli animi tra le varie parti. Per la prossima settimana è convocata una direzione nazionale del PD, sarà l’occasione per aprire un dibattito interno e per portare tutti i nodi al pettine. Ma nel frattempo il dialogo si declina anche internamente e per mezzo stampa. Non solo contra Schlein ma anche in sua difesa. Come ha fatto, ad esempio, l’ex Ministro Andrea Orlando che, intervistato a La Stampa, ha detto:

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Le primarie hanno assegnato alla segretaria un compito difficile che non si esaurisce in tre mesi. Ricostruire un partito su basi nuove è un lavoro che richiede una fatica particolare e pretendere che le contraddizioni accumulate nel Pd in 15 anni si risolvano in tre mesi è assurdo. Ora si tratta di dare tutti una mano per individuare i passaggi necessari. Tenendo conto di una cosa. Che se fallisse questa aspettativa di cambiamento, sarebbe un problema anche per chi non ha appoggiato Schlein.

Orlando, volto storico del partito, ha anche ripreso un tema che Schlein sta portando avanti in questi giorni: la responsabilità elettorale va condivisa con gli altri partiti alternativi al centrodestra. Le sue parole:

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Le amministrative non sono andate bene neanche per le altre opposizioni. Avevamo bisogno di una scossa e in queste settimane chi è arrivato con le primarie sta prendendo confidenza con amministratori locali e militanti. Abbiamo bisogno di chi è venuto a votare alle primarie pur criticando il Pd. Come loro hanno bisogno di quelli che questo partito l’hanno tenuto in piedi e difeso in questi anni.

Anche Orlando dice top ai caminetti

Come Schlein anche Orlando dice stop ai caminetti: l'espressione metaforica era stata usata dalla segretaria, qualche giorno fa, per indicare che non si sarebbero più tenuti vertici decisionali tra pochi notabili dem. Paradossale visto che, innegabilmente, ha fatto parte dei vertici del partito per lungo tempo delineandone la linea politica e strategica. Secondo l’ex Vicesegretario, infatti, Schlein Fa bene a non convocare summit tra i big del PD perché:

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Sono stati spesso un alibi per coprire scelte già decise da leader che cercavano solo ratifiche preventive. La strada deve essere quella di un dibattito aperto, strategico e trasparente sui nodi aperti del Pd. Finora da Schlein c’è stata una giusta riproposizione di temi, con atti simbolici, come partecipare alle manifestazioni e una ripresa di dialogo con le parti sociali. Ora bisogna trasformare questa agenda in un’azione politica nel Paese.


Sulla questione dei gruppi parlamentari, cogente e spinosa in queste ore, ha poi detto che:

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Se qualcuno ha pensato che nominando Ciani vicecapogruppo, lui si sarebbe trasformato in Stoltenberg, sbagliava. Le sue posizioni erano note e nessuno ha sollevato la questione - ricorda l'esponente dem - nella discussione molto franca sull’ufficio di presidenza. E rimuoverle non sarebbe conveniente per il Pd, un partito dove ci sono posizioni diverse e una tradizione pacifista. Quindi, non solo non deve scandalizzare quella tesi, ma ci dovrebbe essere interesse ad avere interlocuzioni con chi nutre dubbi presenti anche nel nostro popolo: basta andare in un circolo. E fatto salvo che la linea deve essere chiara, queste posizioni non possono essere gestite con scomuniche.
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Redazione Tag24
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