Empatia, generosità, vitalismo. Tre parole che riassumono una vita, una personalità esuberante ed eccentrica, una carriera politica durata quasi 30 anni. Sono le tre parole scelte da Pierluigi Bersani per descrivere l'avversario politico di una vita, quel suo «giaguaro da smacchiare» che gli ha reso la politica - e soprattutto le elezioni - sempre difficili.
Ma il rapporto tra i due politici, volti opposti di una stessa Italia che stava cambiando, non si ferma all'agonismo nel lavoro. C'è una parte umana della relazione intercorsa tra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani, che l'ex segretario Pd sottolinea nell'intervista al Corriere della Sera svolta in ricordo dello storico collega.
Bersani, interrogato su quale fosse il ricordo più intimo legato alla figura di Berlusconi, racconta di quella volta al San Raffaele, quando l'allora premier era stato colpito al volto con una statuetta. Era il 2009, nel pieno della loro rivalità politica. Bersani andò comunque a trovare Berlusconi durante il suo ricovero.
Così racconta il momento Pierluigi Bersani. L'ex segretario Dem parla anche dell'empatia che fu impossibile, nel corso degli anni, non riconoscere alla figura di Silvio Berlusconi. Proprio grazie a questa qualità del suo carattere, spiega Bersani, il Cavaliere riuscì sempre a instaurare uno stretto «rapporto con gli strati popolari».
Sulla polemica nata sui social rispetto al lutto nazionale in memoria dell'imprenditore milanese, commenta:
L'intervista prosegue spostandosi sull'eredità di Silvio Berlusconi. Già da tempo, il Cavaliere faticava a cavalcare l'onda di una politica che sembra ormai orientarsi a volti nuovi e più giovani, come quello di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Innegabile però è il fatto che Berlusconi, ancora nel 2023, sedeva in un posto di Governo, magari non con i consensi di una volta, ma pur sempre al Governo.
E allora c'è da chiedersi quale sia il lascito che la figura del Cavaliere, in questi 30 anni di ribalta politica, ha lasciato e lascerà al Parlamento. Bersani risponde con una nota di preoccupazione a questa domanda:
Anche Pier Ferdinando Casini si sofferma sulla questione dell'eredità politica berlusconiana in un'intervista a La Stampa. Secondo lui il Cavaliere fu «un grande innovatore», ma «il lascito dei partiti personali» da lui introdotti nel Parlamento «non è un fatto positivo». Tra l'attuale senatore e il leader di Forza Italia ci fu un duro scontro nel 2008, che Casini ricorda così:
Sul tema dell'eredità politica, Casini afferma, rilasciando alcune dichiarazioni anche al Quotidiano Nazionale:
Infine, c'è il tema aperto del futuro di Forza Italia. «Non mi sembra un problema rilavante», commenta Casini, «Forza Italia avrà un travaglio come tutti i partiti nelle sue condizioni. È chiaro che ci saranno squali e squaletti».
Insomma, nonostante gli anni, gli scandali, il cambiare delle condizioni politiche e degli attori in Parlamento, Silvio Berlusconi pare essere rimasto agli occhi di tutti un riferimento della politica italiana. C'è ovviamente chi lo ha odiato, chi invece lo ha amato, ma si può dire per certo che mai nessuno è riuscito a «smacchiare il giaguaro».