La Russia rinuncia ai mercenari della Wagner impegnati nella guerra in Ucraina. Lo ha reso noto Andrey Kartapolov, presidente del comitato di Difesa di Mosca. L'ex ufficiale dell'esercito ha annunciato il rifiuto, da parte del fondatore della Wagner Yevgeny Prigozhin, di firmare il contratto con il ministero della Difesa russo.
La decisione del capo dei mercenari mette dunque la parola fine all'impegno della milizia nel conflitto in Ucraina. Già prima della rivolta, sottolinea Kartapolov, il ministero della Difesa aveva chiesto a "tutti i gruppi che svolgono compiti di combattimento di firmare un contratto".
Quasi a voler suggellare questa decisione, in mattinata sono trapelati alcuni video che vedevano addetti ai lavori rimuovere i cartelloni pubblicitari "Wagner" da tutto il territorio russo.
La decisione, tuttavia, non costituisce una sorta di punizione per i mercenari della Wagner, la maggior parte dei quali "sono patrioti, usati da chi ha organizzato la ribellione". Parola di Vladimir Putin, che ha aggiustato il tiro dopo aver additato, nei giorni scorsi, il tentato colpo di Stato come un tradimento ed una "azione criminale".
Sulla questione è tornato anche Olaf Scholz, a Bruxelles per il vertice del Consiglio Europeo. Il cancelliere tedesco ha sottolineato come Wagner rappresenti "una minaccia alla stabilità della Russia".
Dello stesso avviso, se non più tragico, è l'ex capo di Pentagono e Cia Leon Panetta, che in un'intervista a La Repubblica sostiene che Putin debba "guardarsi le spalle".