Stamattina Patrick Zaki si è laureato ed è diventato dottore: con una tesi in Women’s and Gender Studies nel Master Gemma, lo studente egiziano ha potuto completare il suo percorso di studi presso l'Università di Bologna. La sua discussione e la sua proclamazione sono avvenute in videocollegamento, perché le autorità egiziane non hanno concesso a Zaki di lasciare l'Egitto.
Dopo 669 giorni di prigionia e diversi rallentamenti nel processo a suo carico, Zaki ha ottenuto dalle autorità giudiziarie egiziane il permesso di videocollegarsi con la sua università a Bologna per discutere la sua tesi di laurea. Le vicende giudiziarie riguardano alcuni post che Zaki, secondo l'accusa, avrebbe pubblicato sui suoi profili social nel 2019: riguardavano i cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana.
Una volta uscito dal carcere, Zaki ha continuato la sua attività a difesa dei diritti civili, ma non poteva lasciare l'Egitto. Questo paese si è mostrato da anni restio ad accelerare il processo a carico di Zaki, adottando diverse tattiche dilatorie come accaduto il 9 maggio scorso, quando il giudice non si è presentato. Più in generale, l'Egitto continua a mostrarsi poco interessato a rispettare il diritto d'opinione e le libertà dei cittadini e degli attivisti politici.
Il Rettore dell'Università di Bologna, Giovanni Molari, ha affermato dopo la proclamazione:
Da parte sua, Zaki ha sottolineato ancora una volta come le autorità egiziane abbiano scelto di non rispondere alle sue sollecitazioni e ignorando la richiesta di potersi spostare a Bologna per discutere in presenza la tesi su giornalismo, media e impegno pubblico. Lo studente egiziano ha comunque voluto ringraziare l'ateneo e le persone arrivate al dipartimento di lingue moderne di via Filippo Re per assistere al videocollegamento. Queste le sue parole:
Zaki ha già detto in passato che considera il suo percorso di studi come la base per continuare la sua attività di lavoro sui diritti umani.