Giornata importante per le sorti di questo governo. La maggioranza, infatti, per la prima volta è stata chiamata in aula a difendersi davanti al paese. Lo ha fatto, nello specifico, sul caso legato alla ministra del turismo Daniela Santanché, da qualche settimana finita nell'occhio del ciclone dopo che la trasmissione Report aveva fatto emergere un'inchiesta giornalistica su presunti illeciti nella gestione dell'azienda Visibilia.
Uscendo dal Senato al termine dell'informativa della ministra, diversi membri delle opposizioni hanno fatto notare come in realtà non abbiano percepito grandi manifestazioni di supporto, da parte della maggioranza, nei confronti della stessa Santanché. Ci si chiede, dunque, se il governo sia realmente compatto nella difesa di uno dei suoi membri o se in fondo possa essere realmente intenzionato a scaricarla.
Nel frattempo, però, il caso legato alla ministra del turismo ha sì creato una crepa, ma l'ha fatto tra le opposizioni. Ovviamente, stiamo parlando - per l'ennesima volta - del fu Terzo Polo, il gruppo parlamentare tra Azione e Italia Viva che al Senato continua a essere unito. Almeno sulla carta.
Che qualcosa di strano ci fosse, lo si doveva immaginare già prima della discussione in aula. Entrando, infatti, Carlo Calenda, leader di Azione, si era lasciato andare a un enigmatico "Speriamo che l'intervento del senatore Borghi rifletta la posizione chiarita in assemblea". Il riferimento di Calenda, qui, era alla riunione tenuta proprio dal gruppo del Terzo Polo poche ore prima dell'informativa in merito alla posizione da assumere. In Senato, infatti, Enrico Borghi, relatore del gruppo, pur avendo richiamato sia la Santanché che la premier Giorgia Meloni a una presa di responsabilità, aveva esplicitamente detto che non avrebbero richiesto le dimissioni della ministra.
A complicare le cose, mentre erano ancora impegnati in aula, è poi uscita anche una velina di un'agenzia, fornita da presunte fonti di Italia Viva, in cui venivano riportate le parole di Raffaella Paita, capogruppo del Terzo Polo proprio al Senato in quota IV, che avrebbero definito Calenda un giustizialista. Insomma, gli ingredienti perché scoppiasse l'ennesima polemica c'erano già tutte. E, com'era prevedibile, il leader di Azione ha prontamente replicato all'uscita dal Senato.
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"Non condividiamo l'intervento del senatore Borghi" attacca Calenda, che poi chiarisce: "Massima solidarietà a Santanché per aver scoperto di essere indagata dai giornali." Ma la posizione di Azione va oltre la vicenda giudiziaria: "Se una ministra non paga il TFR ai propri dipendenti, o non paga i propri fornitori non è importante aspettare la sentenza. La questione è politica, non penale. Come fai a chiedere agli imprenditori del settore turistico di essere in regola se poi non lo fai prima tu?"
In risposta alle domande dei cronisti, poi, Calenda si è focalizzato proprio sul rapporto - sempre più teso - con Italia Viva. Dopo la scelta di svincolarsi dal salario minimo, oggi infatti è avvenuto l'ennesimo strappo di Matteo Renzi dal resto del gruppo, ancora unito nei fatti, al Senato.
Calenda, però, a differenza di qualche mese fa, non ha affondato il colpo, dichiarando "legittime" le posizioni di quello che resta però un partito distinto e separato dal suo: "Restiamo uniti perché siamo uniti su tanti argomenti, ma - in riferimento all'agenzia uscita pochi minuti prima - non si usino termini nei miei confronti come giustizialista".
Abbiamo quindi pensato di chiedere direttamente a Enrico Borghi cosa ne pensasse delle parole di Calenda. Il senatore di Italia Viva, da pochissimo arrivato dopo aver lasciato le fila del PD a seguito dell'elezione di Elly Schlein, ci ha quindi concesso un'intervista in merito. Ai nostri microfoni Borghi ha cercato di stemperare gli animi, dichiarando che si tratta solamente di una questione di "sensibilità diverse per un argomento su cui le posizioni sono allineate". Va poi nello specifico dell'opinione sull'alleato: "Calenda è una persona di grande spessore. Non andiamo dietro a gossip politici".
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Bastone e carota, dunque, quello che Matteo Renzi sembrerebbe star utilizzando con il quasi alleato Carlo Calenda. Che la luna di miele tra i due fosse finita, lo si sapeva da tempo, ma ultimamente le tensioni - che pure si erano abbassate negli ultimi mesi - pare stiano aumentando sempre di più.
Probabilmente, la morte di Silvio Berlusconi potrebbe aver suscitato nel leader di Italia Viva la voglia di ritornare protagonista in politica, dopo l'annunciato - ma rimasto solo un annuncio - passo di lato. Quel che certo, però, è che nel frattempo sul progetto del Terzo Polo è ormai calato il sipario. Mai convivenza fu più forzata.