La stella della pallacanestro Paolo Banchero ha scelto di giocare per il Team USA e non per l’Italbasket: ecco il motivo della sua decisione
Una decisione del genere non poteva spegnere subito il suo eco, e nonostante sia passato un pò dalla scelta, ancora se ne parla e se ne discute. Stiamo parlando della volontà di Paolo Banchero, fresco Rookie of the Year dopo una clamorosa stagione agli Orlando Magic, di non giocare con la nazionale di pallacanestro italiana bensì con quella americana. Addio Italbasket: Banchero giocare con il Team USA. Ovviamente, di primo impatto, il rammarico è stato tanto e non è stato possibile per gli amanti del basket azzurro nascondere la delusione per aver perso un talento di tale portata. Un rammarico che non ha toccato solo i tifosi, ma anche gli addetti ai lavori. Basti ricordare come si espresse alla Gazzetta dello Sport il Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci: Scelta legittima ma bastava una telefonata per comunicarcela, invece l’abbiamo saputo dalle agenzie. Non siamo noi gli illusi, ho una cronologia di sue dichiarazioni. Intanto nel 2019 la sua famiglia voleva diventare italiana e noi l’abbiamo aiutata. Poi nel 2020 ha dichiarato che voleva aiutare l’Italia a qualificarsi per i Giochi di Parigi e in seguito che la sua intenzione era di giocare per la Nazionale se non questa estate, in quella successiva. In ultimo il padre di Paolo ha scritto al nostro direttore generale Trainotti chiedendogli di aiutare la sua famiglia a venire in Italia. Quando ha capito il suo valore all’interno dell’NBA è terminato l’aspetto romantico. Nei giorni scorsi è stato a Milano e, nonostante gli impegni presi dalla sua agenzia per incontrarci, ha evitato ogni contatto con coach Pozzecco. Tradimento è una parola grossa, nello sport queste situazioni accadono e personalmente sono allenato. La considero una presa in giro.
Intervistato dalla Associated Press, il giocatore ha confessato che:
La foto della squadra degli USA era appesa nel mio seminterrato, e la mia stanza era lì. La vedevo ogni singolo giorno, giocare per Team USA era uno dei miei più grandi sogni fin da quando ero piccolo. Quando avevo 17 anni la Federazione Italiana si è fatta avanti, era un periodo in cui pensavo di non poter rinunciare a questa occasione per le origini italiane di mio padre. Non sapevo molto delle mie radici italiane. Era un’occasione per avvicinarmici e conoscere di più dell’Italia, cosa che ho fatto da quel momento in poi. Ma il Covid mi ha portato via quell’occasione, e spesso penso cosa sarebbe successo senza la pandemia. Ma non potei giocare con l’Italia in quel momento, sono poi andato a Duke, sono stato scelto come prima chiamata assoluta al Draft e, potete immaginare, le circostanze sono cambiate.
Queste le sue parole, a fornire oltre che la versione del diretto interessato, un nuovo spunto di dibattito riguardo un argomento molto sentito tra gli appassionati di basket di tutto il mondo.