Un vero e proprio spiegamento di forze, con undici aerei e sei navi da guerra: è quanto stanziato dalla Cina nell'ultimo atto delle sue minacce a Taiwan. Lo ha riferito il ministero della Difesa dell'isola, citato dalla Cnn.
Uno schieramento da record che, secondo gli analisti, fa da tassello nella campagna di intimidazione operata da Pechino nei confronti di Taipei. Quest'ultima ha risposto schierando navi, aerei e sistemi missilistici terrestri.
Tra venerdì 14 e sabato 15 luglio, la marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese ha condotto una serie di esercitazioni aeree sui cieli dello Stretto di Taiwan. Decine di aerei da guerra cinesi hanno sorvolato la zona, focalizzandosi principalmente sulle regioni chiave della difesa aerea dell'isola.
Ormai è cosa nota come Pechino consideri Taiwan parte del territorio nazionale. Le sortite a cadenza regolare organizzate dal Paese del Dragone non sono altro che un espediente per affermare il controllo sull'isola, Stato indipendente ormai dal 1949. Dall'inizio del mese di luglio, la Cina ha già inviato nei pressi dell'isola 260 aerei e 105 navi da guerra.
Dal canto suo, però, Taipei continua a sostenere la propria volontà indipendentista. Di recente il ministro degli Affari Esteri di Taiwan Joseph Wu ha spiegato di non ritenere "inevitabile" uno scontro armato con la Cina, nonostante la Repubblica popolare continui ad affermare, e pretendere, la sua sovranità sull'isola.
Sulla vicenda hanno voce in capitolo anche gli Usa, tra i partner occidentali ai quali il piccolo Stato ha chiesto aiuto per difendersi. A tal proposito il Segretario di Stato Blinken che nelle ultime settimane ha incontrato il capo della diplomazia cinese per cercare di sbrogliare la matassa. In questa occasione Wang Yi aveva invitato Washington a "rispettare la sovranità territoriale" della Cina.
Come parte degli avvertimenti agli Usa, la Cina aveva sottolineato di non essere disposta a rinunciare a Taiwan, considerata "parte inalienabile" del suo territorio.