La notizia dell'arresto e della condanna di Patrick Zaki a tre anni di reclusione continua ad tenere accesi i riflettori sulla sua vicenda politica e personale. In quest'articolo ripercorriamo la sua vicenda e spieghiamo chi è il ricercatore condannato e arrestato.
Patrick Zaki è stato condannato a 3 anni di reclusione dal Tribunale per la sicurezza dello Stato di emergenza di Mansura con l'accusa di diffusione di informazioni false. A questa condanna è seguito subito l'arresto, con il giovane ricercatore in attesa di essere trasferito alla stazione di polizia di Gamasa.
La vicenda giudiziaria di Patrick George Zaki ha inizio nel febbraio 2020, quando venne arrestato dai servizi segreti egiziani all'aeroporto del Cairo. Nato nel giugno 1991 a Mansura, in Egitto (a metà strada tra la capitale e il Mare Mediterraneo), da genitori ortodosso-copti, si è laureato in farmacia alla German University del Cairo. Fino a 17 anni Mansura è stata la città di Zaki. Le persecuzioni contro i cristiano-copti hanno aperto gli occhi al ricercatore sul bisogno di aiuto e assistenza di cui questi gruppi marginalizzati avevano bisogno.
Trasferitosi al Cairo per studiare alla German University, Zaki si era dimostrato uno studente socievole e attento ai diritti degli studenti. Marise, sorella di Zaki, descrive così quel periodo:
Dall'agosto del 2019 si era poi trasferito a Bologna, per frequentare il master che all'Università di Bologna si occupa di Women’s and Gender Studies, laureandosi in videoconferenza agli inizi di luglio. Da sempre interessato ai temi dei diritti umani e alla difesa della democrazia, Marise descriveva così suo fratello:
Nel clima sempre più violento e repressivo dell'Egitto post Fratelli Musulmani, Zaki aveva lavorato nel 2018 per la campagna presidenziale di Khaled Ali. Questi era un avvocato per i diritti umani egiziano che stava organizzando la sua candidatura per le presidenziali egiziane, vinte poi da al-Sisi. La candidatura poi non ebbe seguito, perché Ali denunciò arresti mirati e persecuzioni nei confronti dei suoi collaboratori.
Zaki stava poi collaborando con l'associazione per la difesa dei diritti umani Egyptian Initiative for Personal Rights, la prima a parlare dell'arresto all'aeroporto del Cairo. Il master a Bologna aveva permesso a Zaki di iniziare un percorso di studi e di vita che lo affascinò e coinvolse moltissimo. Quando dall'Egitto ripartiva per Bologna, era solito dire "torno a casa":
Anche nella città di Bologna Zaki aveva continuato a coltivare la sua passione per il calcio. Tifoso dello Zamalek, squadra della megalopoli del Cairo, seguiva assiduamente le partite allo stadio insieme al padre. Quando gli impegni universitari glielo permettevano, Zaki organizzava molte partite nei campetti di Mansura con i propri amici o ragazzi del posto.
Un altro tratto di Zaki è la sua predisposizione ai viaggi e a conoscere nuovi luoghi, non solo in Egitto: da solo o in compagnia, è partito e ha fatto amicizia con persone in Germania, Danimarca, Olanda, Ungheria e Grecia. Questi viaggi gli hanno permesso di entrare in contatto con altre culture e di interessarsi ancora di più al tema dei diritti umani.
Quest'ultima condanna a tre anni costringe Zaki a separarsi ancora a lungo dalla propria famiglia, alla quale è molto legato: