Arriva la conferma dell'ergastolo per Matteo Messina Denaro. Dopo circa sei ore di camera di consiglio, la Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta si è espressa sul boss di "cosa nostra". La sentenza lo ha condannato come uno dei mandanti delle stragi del '92.
Una sentenza, dunque, che arriva in una giornata storica: proprio oggi ricorre il 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992.
Per l'ex superlatitante è arrivata dunque la conferma della condanna di primo grado, emessa il 21 ottobre 2020 quando quest'ultimo era ancora latitante.
La Corte ha accolto la richiesta del procuratore generale Antonino Patti, che al termine della sua requisitoria aveva chiesto la conferma della condanna per l'ex boss di Castelvetrano. Oltre a lui, in aula c'erano i sostituti procuratori Fabiola Furnari e Gaetano Bono e il legale d'ufficio di Messina Denaro, l'avvocato Adriana Vella.
Quest'ultima aveva chiesto l'assoluzione per il suo assistito, per non aver commesso i fatti. Presenti anche gli avvocati di parte civile, ma non l'imputato. Il capo mafia, infatti, ha deciso sua sponte di non presenziare all'udienza. Prima del verdetto dei giudici, la discussione in aula si è protratta per oltre quattro ore.
Matteo Messina Denaro è agli arresti dallo scorso 16 gennaio, dopo essere stato catturato in una clinica di Palermo. Oggi è detenuto al 41 bis nel supercarcere di L'Aquila. Dalla sua cella, lo stragista ha scritto un telegramma al suo difensore, complimentandosi per la sua arringa.
Nel finale della missiva, il boss ha augurato all'avvocato Adriana Vella una "buona vita". Nel telegramma aveva anche chiesto a Vella la disponibilità ad avere un colloquio telefonico, che però non si è svolto.
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