Si tiene oggi, mercoledì 26 luglio, in aula a Palazzo Madama, la discussione e il voto sulla mozione di sfiducia nei confronti di Daniela Santanchè. A farsi promotore dell'iniziativa è il Movimento 5 Stelle, con il sostegno del Partito Democratico e di Verdi e Sinistra.
Azione e Italia Viva non partecipano al voto, con Carlo Calenda che parla di "una stupidaggine fatta dai Cinque Stelle". La maggioranza mostra solidità e fa quadrato intorno alla ministra del Turismo dicendosi "assolutamente serena". È quanto emerge dalle parole di Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia in Senato.
A illustrare la mozione di sfiducia nei confronti di Santanchè in Senato è la vice capogruppo pentastellata Alessandra Maiorino. Con le indagini sulla senatrice di FdI ancora in ballo, imminente ci sarebbe un'altra ipotesi di reato, quella di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nel testo della mozione, il M5S pone la sua lente d'ingrandimento sulle "condotte spregiudicate che non possono essere proprie di un ministro". Condotte che, secondo i pentastellati, "minano fortemente la credibilità della ministra e pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere le delicate funzioni alle quali è chiamata".
Sul piede di guerra anche il Pd, con la vicepresidente dem Chiara Gribaudo che nei giorni scorsi ha chiesto "un passo indietro", allo scopo di "tutelare il prestigio e il lavoro dell'istituzione".
Stefano Patuanelli, capogruppo M5S in Senato, parla di "opacità, mancanza di risposte e bugie" da parte di Daniela Santanchè nell'informativa di quest'ultima, risalente allo scorso 5 luglio. Nella mozione viene ribadito come la senatrice di Fratelli d'Italia non avrebbe fornito "spiegazioni sufficienti" in Parlamento.
Sostegno alla mozione, anche in forma ufficiale, è arrivato dal senatore di Avs Tino Magni.
A difendere la ministra interviene Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia, che reputa la mozione "un'azione propagandistica e velleitaria".
Durissimo il commento del senatore pentastellato Ettore Licheri, che ha additato come "pagliacci" gli esponenti della maggioranza in preda alle risate.
Dello stesso avviso la senatrice dem Vincenza Rando, che considera "un fatto grave" le presunte menzogne di Santanchè al Parlamento.
Dal canto suo, il senatore di FdI Alberto Balboni si chiede "come possa il Pd accodarsi" al tentativo, da parte dei grillini, "di recuperare quella linea antipolitica" che hanno "perduto".
Terminata la discussione generale, è arrivato il turno della ministra Santanchè di intervenire per rispondere alle accuse. Desiderosa di "non entrare ancora nei dettagli", la senatrice mostra di voler "ribadire che il giorno della mia informativa non ero stata raggiunta da alcun avviso di garanzia".