Se l’abito non fa il monaco è innegabile che il modo di vestire riflette chi si è. Alla Camera dei Deputati Fdl ha presentato il nuovo dress code per mantenere il decoro dell'Istituzione. La votazione sarà il prossimo 2 agosto 2023.
In un ordine del giorno, il deputato Salvatore Caiata, ex deputato del M5s poi passato con il partito di Giorgia Meloni, ha chiesto all'Ufficio di presidenza e al collegio dei questori l’adozione di un «codice di regolamentazione per mantenere il decoro dell'Istituzione».
Nello specifico, nell'ordine del giorno si legge:
Decoro formale, tramite il divieto indistinto per chiunque – parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore – dell'utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera, e l'obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatore di sesso maschile di indossare sempre la cravatta.
Dress code Camera dei Deputati: le attuali regole nei palazzi
Nel nostro Paese, il decoro formale nel vestire esiste già in alcuni luoghi come appunto il Parlamento, le scuole e le chiese. Il tema è quindi il rispetto delle istituzioni e la scelta di un dress code idoneo al luogo di lavoro.
Ecco cosa prevedono le attuali regole per entrare a Montecitorio: gli uomini sono tenuti a indossare la giacca «senza eccezione alcuna», e al Senato è necessaria la cravatta. Le donne, invece, hanno assoluta libertà di scelta.
Il documento ricorda che:
L'istituzione è essa stessa il risultato di una tradizione secolare, portatrice di una sacralità che trova fondamento nel primo statuto Albertino, poi nella nostra Costituzione, che ne sancisce il principio base di ogni istituzione democratica, secondo cui forma e sostanza sono strettamente collegate, e, laddove una di esse viene meno, perisce la sua credibilità e fondamento.
Previste sanzioni per chi viola il regolamento
Per Salvatore Caita si tratta di «formalizzare un regolamento che dica, come succede in tutte le sedi istituzionali del mondo, quali siano i requisiti di decoro nell'abbigliamento di tutti quelli – parlamentari, giornalisti e visitatori – che a qualsiasi titolo le frequenta. Questo anche a tutela di quei visitatori che tante volte si trovano in imbarazzo perché non sanno come devono vestirsi».
E, per chi viola il regolamento, vanno previste «una o più sanzioni».