Un fenomeno che va contrastato con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, anche perché oggi i mezzi non mancano. I femminicidi sono un problema importante per il nostro Paese e recentemente è stata istituita una commissione d'inchiesta bicamerale a riguardo. Abbiamo parlato oggi con la presidente della commissione d'inchiesta bicamerale Martina Semenzato (Noi Moderati) riguardo ai femminicidi e ai temi connessi.
E' nata ieri la Commissione d'inchiesta bicamerale sul femminicidio che ha alla sua guida la presidente Martina Semenzato (Noi moderati). Le vicepresidenti Cecilia D'Elia (Pd) e la senatrice di Fdi Elena Leonardi. Le segretarie sono invece la deputata di Avs Luana Zanella e Laura Ravetto (Lega). Oggi la presidente parla a TAG24 riguardo ai femminicidi e ai temi connessi.
Il principale obiettivo è quello di attivare un lavoro corale con tutti i membri di questa commissione partendo da quanto è stato già fatto. L'obiettivo fondamentale è capire che la violenza di genere riguarda sì le donne ma soprattutto gli uomini. Noi dobbiamo educare le donne a denunciare nel senso più letterale del termine: mettere in luce e palesare situazioni nelle quali si trovano. Devono trovare il coraggio di denunciare tutto sin dall'inizio. Devono sapere che hanno a disposizione strumenti, istituzioni e forze che possono aiutarle in questo cammino difficile ma nel quale l'epilogo potrebbe essere anche peggiore. Uno degli aspetti fondamentali è quello sociale: necessario educare e la prima educazione viene dal sistema scolastico e familiare, sono due elementi cardine della nostra vita. Sin dall'inizio bisogna intervenire perché ci sia il valore del rispetto che forse abbiamo perso nei confronti delle donne e delle persone. Il bullismo nasce in giovane età: oggi un bambino bullo e non rispettoso sarà un adulto bullo e non rispettoso.
Il femminicidio ha sicuramente una genesi in contesti sociali più difficili però spesso non ha una classe sociale perché le motivazioni che sono dietro a questo fenomeno non riguardano classe sociale, colore della pelle, età o altri fattori ma riguarda un aspetto di controllo e di non accettazione che la donna possa fare altro. Sicuramente contesti sociali più fragili o difficili e con condizioni economiche più complicate sono elementi ma non i soli. Io vengo dal mondo dell'impresa e sono stata presidente della Sezione Vetro di Confindustria Venezia e Rovigo quindi penso che un elemento su cui lavorare è riuscire a far sì che le donne e le persone che subiscono violenza siano sempre di più mentalmente libere ed economicamente libere. La violenza si annida dove non c'è indipendenza economica.
Sicuramente il Centro ed il Sud Italia sono più sensibili ma va ribadito che il femminicidio non ha area. Il lavoro rimane un valore fondamentale e le istituzioni devono dare l'opportunità alle donne che subiscono violenza e denunciano di poter accedere ad una vita altra nel rispetto delle proprie condizioni familiari se si hanno dei figli ma anche nel rispetto della propria dignità come essere umano e come persona indipendente dal punto di vita economico con un inserimento- o reinserimento- nel mondo del lavoro.
Il ddl prevenzione è stato molto puntuale e ha irrobustito-risolvere è un verbo forte-alcuni elementi importanti sul tema del femminicidio e dobbiamo lavorare sulla prevenzione.
I ministri di riferimento sono senza dubbio il ministro Roccella per quanto riguarda le politiche legate alla famiglia, il ministro Nordio per quanto riguarda la giustizia e naturalmente il ministro Valditara per quanto riguarda i sistemi educativi e scolastici.
L'educazione civica è importante ed anche la possibilità per i ragazzi di partecipare a gruppi, workshop ed eventi di comunicazione dove si parla di rispetto della donna e di come accorgersi se in ambito familiare avvengono situazioni difficili e come anche i bambini testimoni -o addirittura "attori protagonisti"- nella maggior parte dei casi possano accorgersi delle violenze e denunciarle. Oggi gli strumenti a disposizione dei giovani sono, oltre al sistema scolastico, anche i social che spesso vengono demonizzati ma che risultano uno strumento molto veloce di dialogo che permette di approcciarsi a diverse tematiche.
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