Dopo la medaglia d'oro ai Giochi Europei di Cracovia, ecco la nostra intervista al pugile Aziz Abbes Mouhiidine. Per fare il punto sulla vittoria e lo stato del pugilato italiano. E non solo.
Ti chiedo di iniziare dalla fine, da una delle ultime scene, con te che tieni alta la bandiera italiana alla fine dei Giochi.
Per me è stata davvero una grande emozione poter tenere alta la bandiera italiana alla fine dei Giochi Olimpici Europei. Veramente ero emozionatissimo e soprattutto, sapendo che avevamo vinto il medagliere davanti a delle grandi nazioni, l'Italia si è riconfermata una delle migliori nazioni non solo in Europa ma in tutto il mondo.
Quali sono stati invece i momenti più duri, difficili prima di arrivare all'oro?
I momenti più duri e più difficili prima di arrivare all'oro sono stati proprio quelli della preparazione, perché come diceva il grande campione Mohammed Alì, la medaglia d'oro si va solo ritirare. Il vero lavoro, il lavoro duro viene fatto prima con gli allenamenti, con una preparazione fisica, con lo sparring, con con il lavoro con il proprio tecnico. I momenti duri quelli sono stati questi e sono stati fondamentali per arrivare all'oro.
Invece c'è stato un momento in cui durante i vari match ti sei reso conto che potevi arrivare a questo traguardo?
Diciamo che io già prima di partire ho dichiarato, anche agli altri giornalisti, che andavo lì in Polonia non solo per qualificarmi, ovvero per vincere la medaglia d'oro e riconfermarmi non solo il migliore d'Europa, ma uno dei migliori al mondo. Quindi ero convintissimo, dopo aver rotto il ghiaccio dopo il primo match contro l'avversario ucraino, di aver preso anche più determinazione, più consapevolezza dei miei mezzi. Ed ero convintissimo, già prima che iniziasse il torneo, che mi sarei qualificato e avrei portato questa ambita medaglia d'oro a casa.
Come ti sei preparato non solo fisicamente ma anche mentalmente ai Giochi Europei?
Diciamo che la preparazione non è solo una preparazione fisica, ma soprattutto mentale. Poi, soprattutto quando si è tra i migliori al mondo, bisogna lavorare sempre duramente, non solo fisicamente, ma sempre anche mentalmente, perché ci sarà sempre qualcuno alle proprie spalle che vuole il tuo posto. Quindi bisogna lavorare sempre, costantemente ai massimi livelli. Il lavoro mentale è stato fondamentale per ricordarmi che sono il migliore al mondo, uno dei migliori al mondo.
Pensi che i successi ottenuti dalla boxe ai Giochi Europei possano aumentare l'attenzione verso questo sport in Italia?
Lo spero, lo spero tantissimo che i successi ottenuti dalla boxe dei Giochi europei possano aumentare l'attenzione verso questo sport in Italia. Lo spero davvero perché sto lavorando tanto per promuovere questo, non solo io, ma anche i miei colleghi. Non solo gli atleti che si sono qualificati per Parigi, ma anche gli altri. L'Italia del pugilato sta (ri)salendo con i risultati, con i risultati dei campionati del mondo dei campionati d'Europa e ora con le qualificazioni olimpiche dei Giochi olimpici europei. Quindi speriamo che l'attenzione aumenti per per il pugilato: stiamo facendo di tutto.
Al momento quali sono secondo te i tuoi più temibili rivali italiani
Al momento in Italia , devo dire la verità, non vedo rivali. Al momento, non li vedo in Europa o al mondo, perché il rivale più importante e più difficile da battere è proprio Aziz Abbes Mouhiidine, quindi me stesso. Lo devo battere con la consapevolezza di essere tra i migliori o il migliore. Quindi devo arrivare a Parigi 2024 con questa consapevolezza e poi dimostrare a tutto il mondo che sono più forte.
Ti stai godendo la vittoria o già pensi alla prossima sfida?
Diciamo che mi sto godendo la vittoria di questa qualificazione, di questa medaglia d'oro. Me la sto godendo davvero perché vengo da un campionato del mondo, da una medaglia d'argento. Sono stati sei mesi veramente di dura preparazione costante, dura e con due competizioni a livello importantissimo per me. Ora mi sto godendo la vittoria, però mi sto allenando sempre e la testa è già a Parigi 2024.