La grata di sicurezza che doveva coprire il bocchettone della vasca era stata tolta: così è emerso dalle prime testimonianze sul caso del bimbo di otto anni morto alle Terme di Cretone perché risucchiato dallo scarico della piscina in cui stava nuotando. La procura sta ancora tentando di accertarsi dell'effettiva assenza della grata, ma le testimonianze dei lavoratori della struttura sembrano essere chiare:
Racconta a Repubblica uno dei bagnini delle Terme, il quale spiega come la grata di protezione era stata eliminata per garantire un più veloce deflusso dell'acqua in modo da non dover trattenere i lavoratori e dover poi pagare loro gli straordinari. Lo stesso testimone rientra nella lista dei quattro indagati per omicidio colposo dopo la tragedia avvenuta il 17 agosto.
La perizia ha dato ragione al giovane indagato, appena 18enne, addetto all'azionamento dei sistemi di svuotamento delle vasche. Secondo gli inquirenti infatti con il chiusino la vasca ci avrebbe messo anche due ore a svuotarsi del tutto, mentre senza le operazioni duravano molto meno. Regge dunque, per il momento, la ricostruzione del giovane.
Su questa linea intende insistere dunque anche l'azione difensiva del suo legale, Alessandro Palombi:
Nel frattempo, sono arrivati gli esiti dell'autopsia condotta sul corpicino della giovane vittima: i medici legali hanno confermato che la morte è sopraggiunta per annegamento poco dopo che il bambino si è trovato incastrato nel condotto di scarico della vasca.
Ora la procura di Tivoli si sta concentrando anche sui filmati delle telecamere di videosorveglianza, per comprendere l'esatta dinamica e soprattutto le tempistiche della tragedia.
Particolare attenzione è riservata all'osservazione dell'orario: alcuni testimoni hanno infatti affermato che la piscina ha cominciato a svuotarsi prima dell'orario di chiusura del centro (20 minuti dopo le 18, quando le Terme devono chiudere alle 19) e che molti bagnanti erano ancora in acqua.