Nella notte tra venerdì e sabato, il Marocco è stato scosso da un devastante terremoto di magnitudo 6,8, il cui bilancio di vittime e feriti continua ad aumentare. Stando all'ultimo report ufficiale del ministero dell'Interno marocchino sono morte 2.012 persone e 2.059 sono rimaste ferite, di cui 1.404 in gravi condizioni. Nel dettaglio, si sono registrati 1.293 decessi nella provincia di Al Haouz; 452 nella provincia di Taroudant; 41 nella provincia di Ouarzazate; 15 nella provincia di Marrakech. Quella di ieri è la scossa con il magnitudo più elevato mai rilevata in Marocco, con conseguenze senza precedenti. Il re del Marocco, Muhammad VI, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale, con bandiere a mezz'asta su tutti gli edifici pubblici.
I soccorsi sono complicati dai danni alle infrastrutture e agli edifici. Alcuni villaggi (come quello di Tafeghaghte) sono stati completamente spazzati via. In una nota di Hossam Elsharkawi, direttore regionale della Federazione internazionale della Croce Rossa per il Medio Oriente e il Nord Africa, si legge che la risposta al violento terremoto potrebbe richiedere "mesi, se non anni". La Croce Rossa, così come altre organizzazioni come Medici Senza Frontiere, "si sta mobilitando per sostenere la Mezzaluna Rossa marocchina".
Da tutto il mondo sono arrivate fin dalle prime ore dopo il terremoto parole di sostegno e solidarietà. Jihad Azour, direttore del Dipartimento del Medio Oriente e dell'Asia Centrale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ha rivolto un pensiero "al popolo del Marocco in seguito al tragico terremoto. Le autorità e il popolo marocchino hanno il nostro pieno sostegno nell'affrontare questa calamità". Nella città marocchina di Marrakech sarebbe in programma, dal 9 al 15 ottobre, la prossima riunione annuale del Fmi.
Anche la Banca mondiale, attraverso una nota, ha espresso la propria vicinanza e offerto sostegno al Paese nordafricano: