Carlo Calenda traccia la rotta di Azione sul futuro e auspica la nascita di "un'area repubblicana composta da liberal democratici, popolari e riformisti, che abbia come bussola la cultura di governo". Il segretario del partito liberale si è raccontato durante un'intervista a La Repubblica.
A proposito del Partito Democratico e di una possibile divisione interna, Calenda sottolinea di non aver "mai voluto distruggere" i dem. Sotto la guida di Elly Schlein, però, il Pd "si è spostato molto verso la sinistra radicale".
A proposito del Pd, la notizia di questi giorni è proprio quella del passaggio di trenta esponenti liguri del Partito tra le fila di Calenda. Il segretario di Azione sottolinea come la vocazione maggioritaria del Pd sia "finita", perché "è finita la capacità di fare una sintesi tra social democratici, liberal democratici e popolari".
E in merito al passaggio dell'ex ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti da Italia Viva ad Azione, il segretario parla di un "grande fermento" intorno al partito.
Una chiosa sull'annuncio, da parte del nemico-amico Matteo Renzi, di lanciarsi nell'avventura delle prossime elezioni europee con "Il Centro".
A proposito di europee, stuzzicato dall'intervistatrice, alla domanda "con chi correrà?", Calenda glissa e rimanda la decisione.
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