Sarebbe stata accoltellata dal marito al culmine di una lite, Maria Rosaria Troisi, la donna di 37 anni morta ieri, 20 settembre, a Battipaglia, in provincia di Salerno. A dare l'allarme, subito dopo il delitto, era stato l'uomo, reo confesso: all'arrivo dei sanitari del 118 per la vittima non c'era già più niente da fare. Il suo è l'ennesimo caso di femminicidio registratosi sul territorio nazionale dall'inizio dell'anno. E lascia, ancora una volta, interdetti.
L'omicidio si è consumato in una villetta di via Flavio Gioia della frazione Lago di Battipaglia, una zona particolarmente ricca di case vacanze. Marco Aiello, 40 anni, avrebbe accoltellato la moglie Maria Rosaria Troisi, 37 anni, al culmine di una lite. Poi si sarebbe messo in contatto con il 112, confessando il delitto.
I due figli della coppia, entrambi minorenni, erano assenti, al momento dei fatti: sarebbero stati fatti uscire dall'abitazione in cui i genitori si trovavano - poi diventata la scena del crimine - poco prima, per volere del padre. Circostanza che, se confermata, complicherebbe la posizione dell'uomo, già finito in manette con l'accusa di omicidio volontario. L'ipotesi, infatti, è che avesse premeditato tutto e che abbia quindi chiesto ai due bambini di allontanarsi temporaneamente dalla casa per non farli assistere all'omicidio.
I piccoli sono stati affidati a dei parenti. Per sempre dovranno fare i conti con la scomparsa prematura della madre alla quale, sembra, fossero particolarmente attaccati. Chi li conosce parla di una "famiglia tranquilla".
Nessuno si sarebbe aspettato un così tragico epilogo.
ha dichiarato la sindaca di Battipaglia, Cecelia Francese, aggiungendo:
Quello di Maria Rosaria Troisi fa salire ulteriormente il numero dei già tanti casi di femminicidio registratisi in Italia dall'inizio dell'anno, arrivati a quota 81. 81 donne uccise in ambito familiare, la maggior parte delle quali da ex mariti o partner incapaci di accettare la fine delle loro relazioni. Una scia iniziata a gennaio con la morte di Giulia Donato, 23 anni, uccisa a Genova dal fidanzato di 32 e poi proseguita ininterrottamente fino a ieri.
Morti brutali, senza senso, come quella di Giulia Tramontano, la 29enne originaria di Sant'Antimo uccisa a Senago dal compagno mentre era incinta di sette mesi. La sua storia, terribile, è diventata il simbolo della violenza cieca che spesso si cela dietro a delitti del genere. Una violenza inspiegabile, inconcepibile, che lascia tutti interdetti. E che pure, inesorabilmente, si ripete.
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