Se il governo identifica i Cpr come prima soluzione a contrasto della crisi dei migranti i governatori regionali non la pensano allo stesso modo, a cominciare da Attilio Fontana.
La strategia dell'esecutivo, annunciata nell'ultimo Consiglio dei ministri, consiste nel trattenere i profughi irregolari nei Centri di permanenza per i rimpatri. L'ambizione della premier Giorgia Meloni sarebbe quella di averne uno in ogni regione, più che raddoppiando, quindi, i nove Cpr esistenti in Italia.
Eppure i governatori, sia di centrodestra che di centrosinistra, non sembrano entusiasti all'idea. Il presidente della Regione Lombardia sottolinea come nel suo territorio siano "già al completo". Anche il collega veneto Luca Zaia mostra delle perplessità: i Cpr "aiutano ma non bastano", ha dichiarato al Corriere della Sera.
A margine della presentazione del Trittico Regione Lombardia, intanto, Fontana ha spiegato meglio la propria posizione.
Sul tema c'è da registrare anche la netta presa di posizione del presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Più morbido Luca Zaia, che però non risparmia una certa titubanza nei confronti del governo: a suo dire i Cpr "non risolveranno il problema".
Numeri spaventosamente superiori a quelli di quest'anno: nel 2023, ricorda Zaia, i rimpatri forzati sono stati 2.270. Nel 2022, invece, sono stati 3.200. La verità, sottolinea, "è che non siamo in grado di fare rimpatri significativi".