Appena tre anni prima di essere uccisa, Michelle Causo sarebbe stata vittima di abusi. A renderlo noto è il Messaggero, che ripercorre la vicenda che ha portato a processo un uomo di 60 anni, accusato di violenza sessuale aggravata dalla recidiva e dalla minore età delle vittime. Si tratterebbe del patrigno di una delle amiche della 17enne morta lo scorso 28 giugno a Primavalle e i fatti risalirebbero alla fine del 2020.
Michelle si era data appuntamento con un'altra sua amica a casa di una terza compagna, la figlia dell'uomo ora finito a processo, un 60enne. Nel corso del pomeriggio, mentre lei e la proprietaria di casa erano in bagno, l'altra sarebbe stata colta di sorpresa mentre guardava un video sullo smartphone e abusata.
Non un episodio isolato: stando agli atti delle indagini, citati dal quotidiano romano,
Un comportamento che l'uomo avrebbe poi messo in atto anche nei confronti delle altre due ragazze, Michelle e la figlia. Motivo per cui ora è finito a processo. Il tutto grazie alla prima vittima che, immediatamente dopo i fatti, aveva trovato il coraggio di parlare dell'accaduto con i suoi genitori, che l'avevano poi convinta a denunciare.
Alla sua querela aveva fatto seguito quella dell'amica, a cui il padre, in cambio di atti sessuali, prometteva costosi "regali". La madre ha deciso di costituirsi parte civile, come i genitori della prima ragazza abusata. Quelli di Michelle, invece, non avrebbero mai sporto denuncia.
Il 28 giugno scorso Michelle era stata trovata senza vita, con il corpo avvolto in dei sacchi neri dell'immondizia, in un carrello abbandonato vicino ai cassonetti di via Stefano Borgia, nel quartiere Primavalle di Roma. Stando a quanto ricostruito finora, a portarcela, dopo averla uccisa, sarebbe stato un suo coetaneo, O.D.S., reo confesso.
Il giovane, di origine cingalese, è stato da poco trasferito dal carcere minorile di Casal del Marmo a uno del Nord Italia per motivi di sicurezza. Fin dall'inizio continua a ripetere di aver compiuto il delitto a causa di un debito di droga di qualche decina di euro che aveva con la vittima. Secondo l'autopsia, l'avrebbe colpita con un coltello da cucina per almeno sei volte, in diverse parti del corpo; poi, nel tentativo di sbarazzarsene, sarebbe uscito a procurarsi il carrello con cui l'avrebbe trasportata fino al luogo del ritrovamento.
Non prima di aver chiesto aiuto ad alcuni amici, persone che potrebbero averlo aiutato, almeno da remoto, a capire come fare per occultare il cadavere. Quando i carabinieri erano arrivati a casa sua, seguendo le tracce di sangue che aveva lasciato per strada, aveva già provato a ripulire la scena del crimine. Chi indaga è convinto che stia nascondendo il vero movente della strage.
aveva dichiarato in un'esclusiva intervista a Tag24 l'avvocata Claudia Di Brigida, che sostiene la madre della vittima.