Il 44% dei lavoratori può presentare la domanda di pensione per l’Ape sociale in scadenza a novembre 2023. Questa opportunità permette di ritirarsi dal lavoro a 63 anni con 30 anni di contributi. È importante sottolineare che il requisito contributivo può variare da 32 a 36 anni, poiché è condizionato dalla categoria di lavoro. Inoltre, chi si ritira dal lavoro nel 2023, evita le novità della prossima riforma delle pensioni o un improvviso cambiamento delle condizioni che potrebbe ostacolarne l'accesso. Vediamo insieme quali sono le categorie di lavoro che possono ritirarsi dal lavoro con l’Ape sociale.
Secondo le disposizioni normative contenute nell’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, possono richiedere il rilascio del trattamento a 63 anni con 30 anni di contributi, lavoratori iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le forme sostitutive ed esclusive della stessa, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata, possono richiedere il rilascio del trattamento a partire dai 63 anni con almeno 30 anni di contributi.
L’INPS distribuisce il trattamento a coloro che rientrano in diverse categorie di lavoro, tra cui:
Nell’allegato 3 della legge 234/2021, il requisito contributivo previsto per l’ammissione al beneficio sale a 32 o 36 anni per i lavoratori:
Ricevono uno sconto contributivo di 12 mesi le lavoratrici per ogni figlio a carico, nel limite massimo di due anni.
Il beneficio non spetta ai titolari di pensione diretta o estera. Inoltre, il sussidio non è cumulabile con eventuali trattamenti di sostegno al reddito, come ad esempio l’assegno di disoccupazione e l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.
Il legislatore ha previsto la cumulabilità con lo svolgimento di un’attività lavorativa, entro determinati limiti. Pertanto, sono ammessi redditi annui che non superino gli 8.000 euro, che invece, diventano 4.800 euro annui per i lavoratori autonomi.
L’INPS rilascia un sussidio mensile fino a 1.500 euro al mese per 12 mensilità. L’erogazione del beneficio non comprende la rivalutazione o l’integrazione al minimo. In caso di decesso del titolare del trattamento, tutti i benefici vengono persi, poichè l’Ape sociale non è reversibile ai superstiti.
Il sussidio distribuito dall’INPS non prevede la tredicesima mensilità. Pertanto, il beneficiario ottiene un sussidio mensile privo di diversi diritti fino al compimento dei 67 anni di età. Successivamente, il trattamento passa da sussidio a pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.
I lavoratori che, entro il 31 dicembre 2023, hanno maturato i requisiti previsti dalla legge, possono presentare la richiesta preliminarmente per l’accesso al trattamento entro e non oltre il 30 novembre 2023.
Le domanda per il riconoscimento del diritto al trattamento deve essere inoltrata all’INPS in modalità telematica.
Per maggiori dettagli, è possibile contattare il numero verde gratuito 803164; da cellulare, è disponibile il numero 06164164, con tariffa variabile a seconda del gestore.