Patto UE sui migranti 'frenato' dal governo italiano a causa del gelo persistente tra Roma e Berlino, con il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che insiste nel sollevare dubbi sulla questione dei finanziamenti alle ong.
La questione migranti continua ad agitare i rapporti tra Germania e Italia e, con essi, gli stessi equilibri interni all'Unione Europea.
Ieri, con il Consiglio Affari Interni, c'era ottimismo a Bruxelles circa il raggiungimento di un'intesa che, invece, è venuta a mancare a causa del freno posto dall'Italia.
Adesso, in un'intervista a Repubblica, è Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, a spiegare la posizione italiana e i motivi dello stop al Patto UE.
Il vicepresidente del Consiglio ha ribadito "l'amicizia storica" con la Germania la quale, però, "non impedisce di sottolineare che ci sono dei problemi".
Secondo le voci di corridoio dell'Unione, a 'indispettire' il governo italiano e il suo rappresentante al Consiglio Affari Interni, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, sarebbe stato un passaggio contenuto nel testo, in cui si dice che i salvataggi in mare compiuti dalle ong devono essere esclusi da eventuali strumentalizzazioni da parte di Paesi terzi. Un punto visto come una 'bacchettata' al governo Meloni per le posizioni contrarie, tra l'altro mai nascoste, espresse nei confronti delle attività nel Mediterraneo delle organizzazioni non governative.
Lo scontro sulle ong conosce, dunque, un nuovo capitolo, dopo la notizia dei finanziamenti di Berlino alle organizzazioni che salvano i migranti nel Mediterraneo, e la dura lettera di risposta firmata da Giorgia Meloni in persona. Tajani interviene anche su questo, dapprima precisando che non c'è, da parte dell'Italia, nessuna guerra contro le ong.
Poi, però, commentando la notizia di sette navi di queste organizzazioni - alcune delle quali battenti bandiera tedesca - dirette a Lampedusa nella serata di ieri, 28 settembre 2023, il vicepremier lancia una 'frecciata' proprio alla Germania.