È possibile andare In pensione a 64 anni con 40 anni di contributi? Nelle ultime ore, sono moltissime le domande ricevute che sollevano il problema sull'assenza della riforma delle pensioni per il 2024. I fatti raccontano che i dati del NADEF introducono uno scenario economico molto turbolento, con due terzi della Manovra in deficit. Molti lavoratori rischiano di non poter ottenere l'uscita pensionistica perché non soddisfano i requisiti, altri invece, possono optare per il ritiro dal lavoro utilizzando diverse formule. Vediamo insieme quali sono le prospettive previdenziali per chi intende andare in pensione a 64 anni di età con 40 anni di contributi.
Il dossier sulle pensioni è una "partita complessa", l'assenza delle risorse impedisce lo sviluppo di prospettive previdenziali future. Andare in pensione non sarà più facile rispetto al 2023. Le misure APE sociale, Quota 103 e Opzione donna (si spera) resteranno in vigore anche per il 2024.
L'incubo dei bambini è quello di vedersi sfilare la "polpetta dal piatto". Se nel piatto a sfumare è la pensione, il contorno è un incubo che diventa realtà. Un racconto semplice per comprendere la situazione dei lavoratori e l'assenza di serenità, ma anche di chiarezza. La partita non è meno rischiosa, tuttavia sul debito pubblico del Paese pesano le scelte di Christine Lagarde. E così, dopo il NADEF, molti lavoratori vedono sfumare la propria pensione. Ecco come cambiano le condizioni per chi ha maturato 64 anni di età con 40 anni di contributi.
Solo il perfezionamento del requisito anagrafico non permette di andare in pensione. I lavoratori che maturano 64 anni di età e 40 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 hanno la possibilità di collocarsi a riposo. Questo perché l'ordinamento previdenziale prevede il pensionamento con quote, ovvero la presenza di requisiti anagrafici e contributivi. Tuttavia, è necessario ricordare che, la pensione Quota 41 precoci non prevede il requisito ordinario. Lo stesso discorso vale per la pensione anticipata ordinaria. Le altre formule prevedono il meccanismo d'uscita a quota.
Le misure in vigore fino al 31 dicembre 2023 sono: Opzione donna, Ape sociale e Quota 103. Vediamo insieme come funzionano.
I requisiti per l'anticipo pensionistico Ape sociale e per l'accesso alla pensione tramite Quota 103 sono diversi.
La misura Quota 103 permette di ritirarsi dal lavoro, a condizione che siano rispettati i requisiti anagrafici e contributivi, oltre alla presenza di un assegno di almeno 5 volte il trattamento minimo. Pertanto, escono con questa misura i lavoratori che raggiungono 62 anni di età e hanno maturato un accumulo contributi di almeno 41 anni.
L'anticipo pensionistico Ape sociale è una misura di assistenza garantita dallo Stato italiano. L'accesso al trattamento è riservato alle categorie meritevoli di tutela, incluso i disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori impiegati nei comparti gravosi. I lavoratori che scelgono di collocarsi a riposo con l'Ape sociale ricevono un indennizzo a partire dai 63 anni di età con un accumulo contributivo minimo di 30, 32 e 36 anni (a categoria di lavoro), fino al compimento dei 67 anni di età previsti per la pensione di vecchiaia o altra trattamento ordinario. L'importo dell'indennità non supera i 1.500 euro lordi al mese per 12 mensilità. Il trattamento non è reversibile, non prevede la rivalutazione e non è adeguato al minimo.
Il lavoratore che compie 64 anni di età e 40 anni di contributi nel 2023 non può andare in pensione con Quota 103, ma deve invece aspettare il rinnovo della misura per il 2024 e il perfezionamento dell'accumulo contributivo a 41 anni di versamenti. In questo caso, il rinnovo della misura per il 2024 permette al lavoratore di andare in pensione, a condizione che l'assegno risulti non superiore a 5 volte il trattamento minimo (2.818,70 euro lordo).
L'alternativa alle misure sopra citate è l'uscita dal lavoro con la pensione di vecchiaia a 67 anni di età con 20 anni di contributi.
I lavoratori che hanno iniziato ad accumulare una contribuzione dopo il 31 dicembre 1995, possono accedere alla pensione anticipata contributiva.
Si tratta della possibilità di accedere alla pensione per i "contributivi puri" a 64 anni di età con 20 anni di contributi, a condizione che l'assegno risulti essere non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale, ovvero 1.409,16 euro al mese nel 2023.
Pertanto, con 64 anni di età e 40 anni di contributi, è possibile andare in pensione, a condizione che il lavoratori rientri nella casistica dei contributivi puri.