Ha detto di augurarsi che i ragazzi coinvolti vengano espulsi, il professore di Bari che pochi giorni fa è stato colpito in classe con una pistola a pallini.
La sua vicenda ha ricordato a molti quella della prof di Rovigo colpita al volto durante una lezione e rimasta ferita, conclusasi con la mancata bocciatura degli studenti responsabili.
I fatti risalgono a venerdì scorso. Stando a quanto ricostruito finora, Pasquale Pellicani, insegnante di Diritto ed Economia all'Istituto tecnico Romanazzi di Bari, sarebbe stato colpito con alcuni pallini sparati da una pistola ad aria compressa mentre si trovava in aula, accusando un malore a causa dello spavento.
Negli attimi immediatamente successivi lo studente responsabile si sarebbe scusato con lui, dicendo di aver sparato perché convinto che la pistola fosse scarica. A portarla con sé era stato un secondo ragazzo, "per gioco": rimproverati dalla preside, entrambi, secondo il prof, "hanno capito di aver sbagliato". Eppure è giusto, secondo lui, che si assumino la responsabilità di ciò che hanno fatto.
ha spiegato Pellicani, che comunque ne chiederà l'espulsione.
ha aggiunto, dando ragione al ministro dell'Istruzione Valditara quando dice che occorrono pene più severe in caso di episodi simili a scuola. Episodi ormai sempre più frequenti, che invitano alla riflessione e all'azione.
Qualche mese fa la stessa vicenda aveva coinvolto una prof di Rovigo. Poco dopo, ad Abbiategrasso, la professoressa Elisabetta Condò era stata pugnalata in aula da uno studente mentre era girata di spalle. Sembra che gli avesse messo delle note e che lui, preoccupato di rischiare l'anno - pur non presentando una situazione particolarmente critica - avesse deciso di colpirla per "punirla" e vendicarsi di lei, ferendola al punto da costringerla a lasciare l'insegnamento per diversi mesi e ad intraprendere una lunga riabilitazione, fisica e psicologica.