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Il giudizio sulla prima manovra di bilancio del Governo di centrodestra da parte di Stefano Bandecchi è netto. E non certamente positivo. Ora che la trama è più chiara - il testo è pronto per essere trasmesso al Parlamento - infatti, è possibile analizzare le scelte intraprese dell'esecutivo Meloni nell'affrontare la sua prima legge di bilancio.
Perché prima? Perché la manovra dell'anno scorso era stata pesantemente condizionata dall'intervento di Mario Draghi, complice anche la formazione dell'Esecutivo in autunno e dunque il poco tempo a disposizione per mettere a terra un documento così complesso.
Dopo un anno di Governo, invece, è possibile valutare le scelte compiute dal governo di centrodestra e l'attinenza con gli impegni presi in campagna elettorale. Ed è proprio in questo senso e prospettiva che il giudizio del coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, non lascia spazio ad esitazioni e a concessioni di comodo.
Analizzando le scelte del governo di centrodestra nella manovra 2024, Bandecchi non può notare come la maggioranza arrivi a questo appuntamento senza capro espiatorio. L'anno scorso, infatti, il governo Meloni diede la responsabilità di alcune scelte impopolari al precedente esecutivo guidato da Mario Draghi. Dopo un anno di governo, tuttavia, questa situazione non è più replicabile.
Il risultato, secondo Bandecchi, è che in un anno «nessuno degli impegni presi in campagna elettorale è stato mantenuto, anzi. L'elenco delle promesse elettorali disattese, come già sottolineato dal coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, è anzi piuttosto lungo.
A non convincere Stefano Bandecchi vi è poi un altro elemento: il confermato - e già annunciato da settimane - stop agli emendamenti imposto nella manovra di bilancio dal Governo ai parlamentari di maggioranza. La mossa, voluta da Meloni per evitare "bandierine" di partito e ulteriore dispersione di risorse, può all'apparenza sembrare un atto di forza della maggioranza. La verità, però, è ben diversa.
Come sottolinea il sindaco di Terni, infatti,
L'ultima parte dell'analisi fatta da Stefano Bandecchi sulla manovra 2024 e sul comportamento del governo di centrodestra riguarda, infine, l'atteggiamento.
Secondo il sindaco di Terni - e come dimostrato più volte da lui stesso - la cifra di una persona si vede nell'onesta intellettuale. La chiarezza e la capacità di non rifugiarsi in facili scuse sono infatti le caratteristiche che secondo il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare fanno la differenza, tanto nella vita personale quanto in politica.
Peccato che questa caratteristica, secondo Bandecchi, non sia riscontrabile in questo esecutivo. Il sindaco di Terni ritiene, infatti, che il governo non abbia ancora abbandonato quella agitazione propagandistica perenne utilizzata negli anni dell'opposizione. Proprio per questa ragione, infatti, «il centrodestra continua a scaricare la colpa dei problemi dell’Italia agli altri, nonostante sia passato un anno dal loro insediamento al Governo».
Il punto, secondo Bandecchi, non è non riconoscere che il momento sia difficile - e che la manovra economica, di conseguenza, sia stata particolarmente ardua. Il punto è che il Governo, «anziché scegliere di raccontare agli Italiani la verità su quello che può essere fatto, assumendo la responsabilità di ciò che non può essere fatto» continua a preferire la propaganda.
Parlare alla pancia del Paese e lottare «contro nemici inesistenti» non offrirà però mai la soluzione. Per questo, conclude Bandecchi, «credo che la mancanza di onestà intellettuale sia il principale problema di questo Esecutivo e, purtroppo, di tutta la classe politica attuale».