L’Istat ha rilasciato alcuni dati preliminari per ottobre e questi sembrano delineare un calo dell’inflazione marcato, con una diminuzione così elevata che non si registrava dal luglio 2021: il dato è a 1,8%. La discesa è invece molto più contenuta su base mensile e si attesta al -0,1%.
Le ragioni che sono dietro a questo calo sono principalmente imputabili al calo dei prezzi dei beni energetici. Un dato che balza all’occhio soprattutto se confrontato con i dati dello stesso mese dello scorso anno, connotato dai forti aumenti.
Oltre alla decelerazione dei prezzi dei beni energetici, il calo riguarda anche i servizi culturali, ricreativi e quelli dediti alla cura della persona. Un calo, anche se più marginale, riguarda anche i servizi relativi ai trasporti. Osservando perciò nel complesso le stime preliminari fornite dall’Istat, l’indice dei prezzi al consumo (Ipca) è in aumento su base mensile dello 0,2% e dell’1,9% su base annua. La decelerazione è però evidente rispetto al +5,6% rilevata precedentemente.
Se in Italia non si sono registrate notizie particolarmente positive in relazione al Pil, stazionario nel terzo trimestre nel 2023, lo stesso non si può dire per l’inflazione, tanto per la penisola italiana quanto per tutta la zona Euro. Nel mese di ottobre il calo riguarda complessivamente tutti e venti i paesi dell’area, con una discesa netta al 2,9%. Il caso è evidente rispetto a settembre, calcolato al 4,3%, e soprattutto se confrontato con il dato del 5,2% di agosto.
A rallentare, di conseguenza, è la corsa dei prezzi di tanti beni di consumo, tra cui quelli del carrello della spesa. I prezzi dei beni alimentari, quelli per i prodotti per la cura della casa e della persona sono in calo: dall’8,1% si è scesi al 6,3%. Il calo riguarda anche quelli considerati ad alta frequenza di acquisto: dal 6,6% si scende al 5,6%.